Messina, la Fontana di Orione "ingabbiata". La Sovrintendenza: "Indagini e poi interventi urgenti"
Le intenzioni sono certamente le migliori, almeno nei programmi. I fatti dicono, però, che la più bella, prestigiosa e importante fontana di Messina si trova ingabbiata da oltre due anni. E sulle operazioni di restauro si sapeva davvero poco. Oggi pomeriggio i chiarimenti della Sovrintendenza, dopo gli interrogativi posti da Gazzetta del Sud. "Attualmente la fontana Orione è interessata da vari fattori di degrado - scrive la sovrintendente Mirella Vinci -. Si tratta di fratturazioni in zone di tensione, specie sul gruppo centrale delle Naiadi; grave accentuazione di lesioni esistenti; perdita consistente delle stuccature eseguite nei precedenti restauri e distacchi di frammenti; incrostazioni e alterazioni cromatiche del marmo con patina biologica; ossidazioni degli elementi metallici in corrispondenza degli impianti idrici e deterioramento del manto di impermeabilizzazione delle vasche. L’avanzare di alcuni di questi fenomeni ha reso necessario un intervento di messa in sicurezza degli elementi maggiormente degradati e l’allestimento di ponteggio e copertura provvisionale a carico dell’Amministrazione locale. Per predisporre un intervento di restauro mirato alla risoluzione delle complesse problematiche conservative evidenziate, la Soprintendenza per i Beni Culturali di Messina ha ritenuto imprescindibili la realizzazione di una campagna di indagini diagnostiche finalizzata alla precisa individuazione delle reali cause di degrado e la creazione di un sistema di gestione dei dati integrato che indirizzi adeguatamente la progettazione esecutiva degli interventi successivi. Pertanto è stata avviata la collaborazione sovra-istituzionale tra l’Organo di tutela regionale e il Comune di Messina, proprietario del monumento, che ha individuato e stanziato le risorse economiche necessarie per la fase conoscitiva preliminare".
L'accordo col Comune e le indagini
"Nel quadro delle collaborazioni istituzionali tra enti preposti alla salvaguardia dei beni culturali e nell’ottica di una gestione virtuosa del finanziamento pubblico - si legge ancora - la Soprintendenza ha chiesto e ottenuto la consulenza dell'Opificio delle Pietre Dure del MIC per la pianificazione delle indagini diagnostiche e la progettazione delle operazioni di restauro. L’intervento del prestigioso Istituto fiorentino, storicamente partecipe della complessa vicenda conservativa della fontana di Orione, si è concretizzato la scorsa estate con il sopralluogo effettuato a Messina dai restauratori dell’OPD che, in merito alle indagini diagnostiche, hanno concordato sostanzialmente sulle linee guida già individuate dai tecnici della Soprintendenza e definito nel dettaglio il piano d’azione indicando quali operazioni più idonee da eseguire: il rilievo mediante laser scanning della fontana per ottenere un modello 3D di elevata precisione che consenta la mappatura completa delle criticità; la costituzione di un sistema di referenziazione per raccogliere e intersecare l'ampia mole di dati e informazioni prodotte con le singole indagini; le analisi fisiche, chimiche, microbiologiche; le indagini con georadar, ultrasuoni, termografia, sonde endoscopiche; la verifica della vulnerabilità sismica. L’intesa programmatica tra Comune e Soprintendenza è stata recentemente formalizzata con la stipula dell’Accordo finalizzato ad un’azione di recupero della fontana storica di Orione, approvato dal Dipartimento regionale BB.CC., con cui la Soprintendenza si è impegnata a fornire un Capitolato prestazionale per le indagini diagnostiche, ad elaborare il progetto di restauro della fontana Orione e svolgere la direzione lavori dei cantieri che verranno attivati, seguendo le linee guida fornite dall’OPD. Il Comune di Messina si è impegnato a sostenere l’onere finanziario della diagnostica e appaltarne i servizi e a provvedere all’impegno di spesa per il restauro del monumento".
La storia
Sin qui la spiegazione, la sensazione è che di tempo ne passerà ancora tanto. E invece bisognerebbe accelerare sensibilmente per ridare splendore a uno dei monumenti più importanti di Messina. "Definita da Bernard Berenson "la piu bella fontana del Cinquecento europeo" - scrive la Sovrintendenza - la Fontana di Orione costituisce un elemento attrattivo dello spazio urbano messinese per l'indiscutibile pregio storico artistico e la pregnanza simbolica che ne fanno uno dei più importanti monumenti italiani. Realizzata tra il 1550 e il 1553 su progetto di Giovan Angelo Montorsoli, allievo di Michelangelo Buonarroti, fu commissionata dal Senato messinese per celebrare la costruzione del moderno acquedotto di Camaro (1530-1547). Dopo il terremoto del 1908 che causò il crollo della parte in elevazione ridotta in centinaia di frammenti, nonostante il magistrale restauro condotto negli anni ’20 dai tecnici dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, lo stato di conservazione dell'opera risultò definitivamente compromesso nella funzionalità del sistema idrico. Vari interventi di recupero sono stati predisposti nel tempo per ripristinare i giochi d’acqua la cui attivazione è stata interrotta sistematicamente per i danni conseguenti al malfunzionamento dell’impianto, al mancato controllo chimico del sistema di ricircolo e alle infiltrazioni dell'acqua tra i blocchi marmorei scolpiti, danneggiati dal sisma e ricomposti ma ormai non più integri".