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Messina, la storia della città raccontata dai reperti

L’ex chiesa del Buon Pastore torna ad essere spazio espositivo con due mostre permanenti

Dopo l’esposizione curata dalla Soprintendenza dei beni culturali e ambientali di Messina, all’interno del progetto di mostra diffusa “Come l’Araba Fenice: Messina e il Laboratorio della Rinascita” - Opere, Immagini, Carteggi e Progetti di Messina tra passato, presente e futuro, l’ex chiesa del Buon Pastore torna ad essere uno spazio espositivo con due mostre permanenti delle collezioni dell’istituzione. La chiesa infatti è da anni di pubblica fruizione, sede di rappresentanza e luogo destinata ad incontri culturali.
Nel 2012-2013, l’architetta Mirella Vinci, attuale soprintendente, aveva seguito il progetto di riordino dell’Archivio storico e di recupero di quello che fino ad allora era solo un deposito di reperti archeologici di tutti gli scavi di Messina, che diventava spazio allestito con vetrine, teche, pannelli e due diverse mostre, una archeologica e una storico-artistica. Nel marzo 2016, durante le giornate del Fai si ricorda la chiesa aperta, mentre era soprintendente Rocco Scimone, quando furono presentati il volume dell’Archivio storico curato dalla Vinci e le due mostre curate dalle dottoresse Gabriella Tigano e Grazia Musolino.
L’Istituto del Buon Pastore è oggi sede della Soprintendenza ma, come riportano documenti tratti dall’Archivio storico dell’Ufficio tecnico arcivescovile, è stato un istituto di beneficenza a favore di giovani donne in difficoltà.

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