Si è conclusa il 30 dicembre la mostra “Connessioni. Pitture e ceramiche” dell’artista Francesca Borgia, inaugurata lo scorso 19 dicembre a Messina. Un percorso che connette le arti tra diverse tecniche, quella della pittura, della ceramica e di istallazioni e che vuole legare anche gli uomini nella tensione verso una dimensione di fraternità che possa superare l’individualismo e accentuato in questo tempo di separazione che la pandemia ha generato, che allontana le persone e le pone forzatamente in una condizione di chiusura e di difesa. Ma la condizione che siamo costretti a vivere, esaspera una dimensione individuale sempre in agguato. L’arte allora crea connessioni, link, legami. Accomuna le diverse opere esposte la necessità di una condivisione, a partire dal flusso di cellule di ceramiche in espansione che si attraggono e cercano di agglomerarsi, come recita un testo in mostra: «L’organizzazione della cellula interagisce continuamente svolgendo azioni coordinate. La bellezza e la creatività dell’universo fisico diventa parabola per affrontare la vita insieme empaticamente. L’umanità nella sua complessità è un apparato meraviglioso e sorprendente se solo si coopera per un fine comune: l’Armonia, La Bellezza, la Commozione». In mostra, dipinti di acrilici su tela che mostrano intrecci fitti di segni e una grande tela con ampia campitura di colore blu che riempie un’intera parete; pittura costellata da lacerti di parole come messaggi in bottiglia galleggianti su onde cobalto e con tratti e cromatismi che parlano la lingua del mare. Un mare fascinoso ma anche turbolento come quello dello Stretto, un mare di mirabìlie ma anche di dolore, con l’accento con cui scriveva la professoressa Teresa Pugliatti nel catalogo della mostra “Varchi”- 2008: «Il suo mare, che è fuori e dentro di lei. Fuori perché è davanti ai suoi occhi; ma dentro, ne è pervasa come può esserlo un naufrago. Un naufrago che non si arrende, che vuole ancora combattere, ma che sente di dovere avere un custode che lo guidi verso la terra ferma». E una riflessione sull’arte stessa accompagna la sua produzione; arte come strumento critico di ricerca personale e di confronto collettivo. Accanto alla pittura, opere in ceramica con oggetti con elementi figurativi e astratti, terracotte smaltate, vasi e piccole sculture. E ancora corpi umani tridimensionali , alcuni dei quali costituiscono il nerbo di una croce, di un’umanità dolente. E si ritorna all’uomo, posto davanti al paesaggio, alla natura e all’esistenza.