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Palazzo Sturiale a Messina: casa Pascoli sta diventando realtà

Vallo a sapere che il poeta preferito di Nello Musumeci è il grande Giovanni Pascoli. E forse questa passione, comune a tanti, farà presto diventare realtà il sogno coltivato ormai da anni da un gruppo di “folli” che a Messina sperano di poter un giorno entrare nella casa dove il poeta abitò quando insegnava nella nostra Università, e poter girare anche virtualmente tra i suoi mobili e i suoi cimeli, le sue lettere, il suo scrittoio. Insomma in una casa-museo come ce ne sono tante in Sicilia e non si capisce perché ne mancano a Messina.

L’indizio, ma più che altro è una prova, è quanto accaduto mercoledì sera in città. Il presidente Musumeci, quando ha finito di visitare alla Camera di Commercio la splendida mostra “La Città aurea” organizzata dalla soprintendente ai Beni culturali Mirella Vinci e dal suo staff, s’è spostato a Palazzo Sturiale in via Risorgimento, ovvero dove Pascoli visse a lungo durante la sua permanenza messinese, uno dei periodi - come lui stesso ha scritto -, più felici sul piano personale e fecondi dal punto di vista letterario.

Con il presidente Musumeci c’era anche l’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà, e lì hanno trovato tra gli altri anche il prof. Piero Chillè, presidente del comitato che si batte da anni per la realizzazione della casa-museo.

A questo punto, lo scrivente cronista ieri ha ottenuto una dichiarazione ufficiale del presidente Musumeci, che lascia molto ben sperare per il futuro: «La casa abitata da Giovanni Pascoli durante la sua permanenza a Messina - ha dichiarato Musumeci -, può diventare un luogo di attrazione non solo per gli studiosi ma anche per quel segmento di turismo culturale tanto diffuso in Sicilia. Mettere assieme i cimeli ed i documenti pascoliani locali, con la collaborazione del Museo di San Mauro Pascoli, in Romagna, facendo anche largo uso delle più avanzate tecnologie, può portare ad uno spazio museale dinamico, moderno, stimolante, senza sacrificare il rigore scientifico del materiale esposto. La Città di Messina lo merita. Il mio governo ha già istituito la rete delle case-museo, ai quali presto forniremo i primi mezzi finanziari per quel necessario restyling che possa renderle suggestive. Ho manifestato agli amici messinesi la disponibilità mia e dell’assessore Samonà a prendere in considerazione una offerta di vendita dell’immobile alla Regione. Vedremo nelle prossime settimane».

Quindi molto presto potremmo avere buone novità su questo grande sogno.
La rete delle case-museo legherà tutte le strutture dell’Isola che sono collegate alla storia di personaggi che nella nostra terra sono nati, cresciuti, hanno espresso il loro estro artistico o che, magari semplicemente, di questa terra si sono innamorati e vi sono rimasti. «L’obiettivo – aveva dichiarato all’epoca l’assessore Samonà – è collegare il ricco patrimonio di testimonianze esistenti e renderlo conosciuto e fruibile. L’idea è quella di valorizzare un circuito di esperienze preziose che sono custodite all’interno delle case-museo, pubbliche e private, che spesso sono prive della visibilità che meriterebbero per il valore delle testimonianze contenute. Realizzare una Rete ci consentirà di individuare un circuito, mettere a sistema il patrimonio esistente, ottimizzare i canali di comunicazione, valorizzare e promuovere a fini turistico-culturali le strutture per offrire una chiave di lettura della Sicilia che passi attraverso le storie dei protagonisti. Una grande operazione di valorizzazione dell’identità siciliana che mette insieme il genio di tanti illustri figli della nostra amata Sicilia».

Sono passati già alcuni anni, era forse l’agosto del 2010, quando ci occupammo per la prima volta di casa Pascoli. Si generò poi un bellissimo moto d’opinione che grazie anche al contributo del prof. Piero Chillé e del prof. José Gambino ha portato in questi anni a raggiungere alcuni traguardi importanti per ricordare la figura di Pascoli, con il coinvolgimento delle scuole, della ex Provincia Regionale, che gli ha anche intitolato la propria Biblioteca, e dell’Università, che oltre ad acquistare alcune sue preziose lettere ha poi dedicato un convegno di altissimo profilo internazionale nella ricorrenza del centenario della morte, nel 2012.

Il prof. Giuseppe Rando, già ordinario di Letteratura Italiana nel nostro ateneo, gli ha dedicato un bellissimo libro, che s’intitola “Giovanni Pascoli: poesie e prose della stagione messinese”. E all’Istituto comprensivo “Pascoli-Crispi”, nella scuola che porta il suo nome, il suo ex preside Gianfranco Rosso, ha creato il Centro studi “Giovanni Pascoli”, ma da subito ha detto chiaramente che «... la scuola è tuttavia una sede provvisoria, in attesa che si realizzi il sogno di creare un museo all’interno di casa Pascoli». E come non ricordare lo splendido che si tenne proprio sotto quei balconi, grazie alla grande disponibilità di un attore raffinato come Maurizio Marchetti.

Giovanni Pascoli ottenne la cattedra di Letteratura latina alla facoltà di Lettere della Regia Università di Messina nel 1897, succedendo ad Ettore Stampini. Il poeta, la sorella Mariù e il cane Gulì giunsero a Messina il 3 gennaio 1898. Andarono ad abitare al 2° piano di una casa in via Legnano 66. Nel marzo del 1898 si ammalò di tifo e con lui la sorella. A giugno partì per le vacanze estive a Castelvecchio, fece rientro da solo a Messina il 19 novembre. Cambiò casa e andò ad occupare l’appartamento di Palazzo Sturiale. La sorella Maria lo raggiunse con il cane Gulì il 18 dicembre 1898. Dal 1899 al giugno 1902 il poeta stette assiduamente in città trascorrendovi - come egli stesso ebbe a scrivere - «i cinque anni migliori, più operosi, più lieti, più raccolti, più raggianti di visioni, più sonanti della mia vita».

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