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I grandi dolci di Messina e le sue mitiche pasticcerie FOTO

Pubblicato il volume-saggio del giornalista Sergio Di Giacomo

Chi ha avuto la fortuna di nascere a Messina, e in generale in Sicilia, può godere di una prerogativa unica al mondo (non si creda a un’esagerazione): immergersi, palativamente e mentalmente parlando, in una tale varietà di dolci, dolciumi, confetture, preparati semplici e complessi, gelati e granite che non ha eguali nell’intero scibile. Da perderci letteralmente la testa, anche per come approcciarsi a queste delizie inarrivabili. Due non banali esempi o dilemmi ancora oggi a lungo disquisiti: la gigantesca pesca si aggredisce intera iniziando dalla ciliegina o si divide in due? la granita caffè con panna si mescola o no?
E un compendio di tutte queste meraviglie casca proprio a proposito. Lo ha scritto finalmente, dopo una lunga e ragionata gestazione, il giornalista e storico messinese Sergio Di Giacomo, e l’ha intitolato “Dolce Messina - Specialità e Pasticcerie storiche della città dello Stretto”, sottotitolo con specificazione: “Glossario dei dolci - Schede delle pasticcerie storiche - Antologia di contributi originali”.
Già, perché il buon Di Giacomo oltre a pubblicare una vera enciclopedia dolciaria di gran livello che racconta oltre cento anni di storia legata alla pignolata e alle sue sorelle, ha anche chiesto a giornalisti, scrittori, fruitori e golosi i loro ricordi legati ai dolci, ai mondi dell’infanzia e dell’adolescenza, alle pasticcerie storiche e attuali, alle sensazioni che in ognuno ha generato questo universo unico al mondo.
Per adesso il libro, di stampa molto elegante e ricco di foto d’epoca, a metà tra il saggio e la cronaca, con molte notizie inedite, frutto di minuziose ricerche durate anni, nella sua prima edizione è destinato ad amici e colleghi, ma l’autore non esclude affatto che nella ristampa possa entrare a pieno titolo nell’universo librario ufficiale.
L’idea del nucleo iniziale, come lui stesso spiega, è arrivata ascoltando gli immancabili racconti dei vitelloni messinesi oggi ultraottantenni che rivivevano le gesta dell’Irrera, l’ormai mitologo locale di piazza Cairoli che raggiunse una fama internazionale pari nè più nè meno al veneziano Harry’s Bar, visto che dagli anni 50 in poi tra Messina e Taormina arrivavano d’estate praticamente tutti i divi cinematografici e i cantanti d’Italia e di Hollywood, portando addosso tutti i fasti e i segni della Dolcevita internazionale romana: potevi tranquillamente vedere John Wayne o Cary Grant che passeggiavano in città o a Taormina, Brigitte Bardot e Claudia Cardinale che prendevano il sole in spiaggia.
Il prezioso volume di Di Giacomo è diviso in una serie di sezioni molto interessanti. Una parte è dedicata alla storia della pasticceria messinese tra 800 e 900, poi ci sono una serie di schede tecniche di tutte, proprio tutte le pasticcerie della città con la loro storia, quindi contiene un glossario-dizionario in cui si elencano tutte, ma proprio tutte, le specialità messinesi e siciliane: dai cannoli alla pignolata, dai sospiri di monaca ai lulù, dalla frutta martorana ai viennesi, dal “bianco e nero” alla cassata, dalla torta mimosa a ’nzuddi e piparelli (e solo a scriverne così di seguito si creano effetti meravigliosamente devastanti). L’ultima parte del libro è una vera e propria antologia di contributi di amici e colleghi.
Doveroso e poco ortodosso pensiero finale: un dolce al giorno... leva il medico di torno.

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