Messina

Venerdì 22 Novembre 2024

S. Stefano vetrina di tesori con "Archeologia dei Nebrodi". Quei monti di storia verso il futuro

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

«I Nebrodi sono monti che custodiscono millenni di storia, identità, vicende di popoli che li hanno vissuti e antichi culti. Questa esposizione è importante perché affronta un arco temporale molto ampio e mette in luce per la prima volta importanti ritrovamenti archeologici avvenuti in una vasta porzione dei Nebrodi, con particolare riferimento alla loro parte settentrionale. L'archeologia non è passato ma, dandoci la possibilità di raccontare un'identità profonda, è biglietto da visita per una Sicilia che guarda al futuro». È quanto ha detto l'assessore regionale dei Beni culturali Alberto Samonà, al folto pubblico presente nella piazza davanti allo storico palazzo Trabia per assistere all'inaugurazione della mostra “Archeologia dei Nebrodi”. La prestigiosa esposizione, nata dalla collaborazione tra la Soprintendenza dei Beni culturali e ambientali di Messina, il Parco dei Nebrodi e il Comune di Santo Stefano di Camastra, offre una ricca documentazione di cultura materiale, dalla preistoria all’età medievale. All'inaugurazione, oltre a Samonà, erano presenti il sindaco Francesco Re, il presidente del Parco, Domenico Barbuzza, la soprintendente di Messina Mirella Vinci, i direttori dei Parchi archeologici di Naxos Taormina Gabriella Tigano e di Tindari Domenico Targia, i deputati Antonio Catalfamo ed Elvira Amata. Re ha ringraziato le autorità e gli enti locali, compresi i comuni dei Nebrodi da cui provengono i reperti esposti. Si è soffermato sull'iter di quest'iniziativa la cui felice realizzazione ha il senso della ripartenza con la coesione tra le comunità nebroidee. La dott. Tigano ha fatto un excursus sulla vicenda legata all'ideazione ed alla redazione del piano scientifico della raccolta archeologica. La soprintendente Vinci ha lodato il pregevole lavoro condotto dallo staff tecnico -scientifico del responsabile Unità operativa archeologica Giuseppe Natoli, con particolare riferimento all'arch.Rocco Burgio ed all'archeologa Annunziata Ollà. E ha citato i privati donatori che hanno arricchito la collezione. La mostra si snoda in due sezioni con un percorso didattico-descrittivo analitico completo. Uno dei pezzi più prestigiosi è “il togato” proveniente dal territorio di Caronia. In una sezione sono ospitati i materiali provenienti da Santo Stefano di Camastra. Tra i reperti più significativi quelli provenienti da San Marco D’Alunzio (antica Alontion/Haluntium), Caronia (antica Kalè Aktè), San Fratello (antica Apollonia), Mistretta, Militello Rosmarino (Monte Scurzi), S. Agata di Militello e Alcara Li Fusi.

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