Non è la sua prima esperienza televisiva in un programma di successo, ma Marco Vito, reduce dalla grande avventura da direttore di orchestra del famoso talent tv "Amici" di Maria De Filippi, ammette di essersi emozionato, quando i siti di informazione hanno ufficializzato la notizia che sarebbe stato lui a prendere l"eredità" di Beppe Vessicchio. Nato a Patti, e cresciuto a Gioiosa Marea, ha dichiarato: «Sono un gioiosano doc – ha raccontato Marco – e durante gli spettacoli scolastici di fine anno delle scuole medie ricordo che diventai una sorta di “one man show”. Cantavo anche dieci canzoni e nello stesso tempo presentavo. E i miei si sono accorti che mi piaceva cantare proprio in occasione della recita di fine anno». Il giovane Marco, studente brillante, ha iniziato a cantare senza troppo impegno: «Ho incominciato a prendere lezioni di canto con Salvatore Saulle e ho partecipato a tutti i festival "delle montagne" che esistono dalle nostre parti e di cui ricordo ancora tutti i nomi: la rana d'oro, la nocciola d'oro. Finivano tutti con oro. E lo racconto spesso per dire ai ragazzi che la prima cosa che si fa non è un provino per andare in tv». Intanto, Notre Dame de Paris e i suoi testi che studiò a memoria si rivelarono utili, e soprattutto quel Cocciante di "Bella senz'anima" e "Margherita" che avrebbe incontrato nel suo cammino e che piaceva tanto alla madre. Speciale è stato il rapporto con il nostro vincitore, Alberto Urso, una sua vecchia conoscenza: «L'ho incontrato la prima volta quando aveva 10 anni. Dopo la sua partecipazione al programma di Antonella Clerici abbiamo stretto ancora di più. E vederlo da Maria è stato come chiudere un cerchio, anche se per ovvie ragioni io dovevo essere imparziale. Quando ha vinto l'ho abbracciato...».