«Da bambina a Messina ero felice anche se non avevamo quasi nulla. Mia madre ci portava a fare il bagno sulla spiaggia pubblica, un asciugamano e via. La semplicità più assoluta, e la felicità più immediata. Amo la mia terra. Sono orgogliosa di essere siciliana», dice con entusiasmo Maria Grazia Cucinotta.
Bella di quella bellezza fiera, intrisa di Mediterraneo, di sole, di mare, di Sud. Attrice, regista e donna capace di costruirsi una credibilità come produttrice lavorando anche in Cina, dove è popolarissima. Ha esordito alla regia con il cortometraggio “Il maestro”, premiato con il Nastro d’Argento, e poi ha diretto “Il compleanno di Alice”, un intenso corto sul bullismo. E rivela: «Mi piace sempre di più stare dietro la macchina da presa. Per me raccontare una storia è la mia felicità».
C’è anche un personaggio dei Simpson, il noto cartone animato americano, che si è ispirato a lei. Lei però ha deciso di rimettersi in gioco e per la prima volta, quest’anno, ha debuttato in teatro nella commedia al femminile “Figlie di E.V.A.”, con la regia di Max Vado, e in questi giorni è nei cinema con “Tutto liscio” – una storia sulla Romagna e i suoi valori – di Igor Maltagliati, della quale è protagonista con Piero Maggiò. Diva senza divismi, Cucinotta si racconta.
Come mai, a questo punto della carriera, ha deciso di esordire in teatro?
«Mi piacciono le sfide, mettermi alla prova mi entusiasma: in passato ero molto timida e non sarei riuscita. Invece la tournée sta andando bene e registriamo l’esaurito in tutti i teatri. E poi mi affascina lavorare con colleghe così brave. Sul palco con me ci sono Vittoria Belvedere e Michela Andreozzi, che ha scritto anche il testo. Siamo tre donne che da rivali diventano amiche, si coalizzano e si vendicano verso lo stesso uomo, fedifrago impenitente».
Una curiosità: com’è riuscita a conquistare i cinesi?
«Ho prodotto sette film in Cina, scrivo progetti cinematografici e non smetterò mai di ringraziarla perché mi ha dato l’opportunità di portare un po’ d’Italia in un continente con un’enorme voglia di lavorare e una grande energia. Più sto lì e più mi rendo conto che per un film possono esserci un miliardo di spettatori. La Cina è già diventata tra i primi mercati mondiali».
Invece “Tutto liscio” di cosa parla?
«È una commedia dolce e amara che cerca di salvaguardare le tradizioni, pur nella consapevolezza che la realtà cambia molto velocemente».
La svolta nella sua carriera è arrivata con “Il postino” di Troisi, il film che l’ha lanciata a livello internazionale. Come lo ricorda?
«Massimo è stato tutto per me. Un artista con un grande talento. Una persona autentica e meravigliosa. Con il suo film, pieno di verità, di sentimenti mi ha fatto entrare nel mondo del grande cinema».
Infatti si è trasferita dal 1996 al 2001 a Hollywood. A livello cinematografico, come lavorano gli americani?
«Negli States prevale la meritocrazia, il professionismo. Il gusto di fare le cose con il massimo impegno. Se le fai bene, verrai ricompensato. Nella loro mentalità vali per quello che fai, per come lo fai. Da noi non è sempre così».
A che punto è la web serie “Teen”?
«Ho fatto il casting in tutte le scuole italiane. Saranno dodici episodi, scritti da tre ragazzi che vengono dall’Action Accademy, un’ottima scuola di cinema con cui collaboro. Curerò anche la regia. L’idea è nata qualche anno fa quando ho chiesto a Giulia, mia figlia, allora quattordicenne, di scrivere una storia che sentisse veramente sua. Lei non soltanto l’ha scritta ma l’ha anche girata con il telefonino e montata con i suoi amici. E il suo video è diventato in qualche maniera il “pilota” di questa serie. Vedere come i ragazzi vedono se stessi».
Quali argomenti saranno trattati?
«Le storie verranno direttamente dai ragazzi. Si parlerà di bullismo, anoressia, bulimia, sostanze stupefacenti. Verrà trattata anche la famiglia: ci saranno le verità dei ragazzi e saranno loro a raccontare».
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