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Messina, quelle pensiline... “al ragù” che adesso diventano un caso

Le fermate del tram inaugurate da Comune e Atm fanno discutere. E i consiglieri del Pd Russo e Calabrò chiedono risposte

“This is Messina”. I laghi di Ganzirri, il Pilone, piazza Duomo, lo Stretto. Ma pure l’arancino al ragù, la granita “menza ca panna”, la focaccia (rigorosamente con le acciughe, a occhio probabilmente anche la tuma, ma c’è da approfondire l’argomento), le braciole. Sui social non si parla d’altro e tanto basta, di questi tempi, per parlare di “caso”. Sì, le nuove pensiline del tram inaugurate da Atm e Comune diventano un caso. Specie quelle a carattere gastronomico, che hanno fatto storcere il muso a tanti, complice una grafica più consona, probabilmente, a pubblicizzare una rosticceria che ad esaltare le bellezze della città (tra le quali, ci mancherebbe, rientrano pure le eccellenze della tavola). A maggior ragione se si pensa che quelle pensiline, negli anni scorsi, erano state protagoniste del progetto “DistrArt”, con tanto di finanziamento nazionale. E i risultati, oggettivamente, avevano tutt’altro impatto visivo, anche perché finite sotto le mani di artisti di strada giunti da oltre Stretto, al punto da diventare un caso, ma di studio, per riviste di settore. Purtroppo non sono sfuggite ad altre mani, quelle dei soliti imbecilli imbrattatori. Ma la soluzione adottata per rimediare è quella giusta? E quanto è costata effettivamente? Se lo chiedono anche i consiglieri comunali del Pd, Antonella Russo e Felice Calabrò, che richiamano l’avviso pubblico che Atm ha emanato il 9 marzo scorso, e che riguardava proprio un’indagine di mercato per «l’ideazione, progettazione grafica e realizzazione» di una campagna di informazione e di sensibilizzazione della cittadinanza per il rispetto dei luoghi del bene comune. La somma stanziata era di 24 mila euro. In quell’avviso, però, «non si faceva menzione della presenza, su tutte le pensiline della linea tranviaria di opere d’arte risalenti al progetto “DistrArt”».

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