Al 25 maggio 2023, le imprese in confisca definitiva che si contano sul sito “Open Data Aziende Confiscate” sono circa 3000 in Italia e 888 in Sicilia. In provincia di Messina sono 81: il 37% afferisce alle Costruzioni, segue il Commercio (13,6%), il Manifatturiero (11,1%), Alloggio e ristorazione (8,6%) e Trasporti (6,2%).
Questo quanto emerso nel corso del convegno finale del progetto “O.K. Open Knowledge”, presentato da Unioncamere e sviluppato nell'ambito delle azioni previste dal Pon Legalità, svoltosi questa mattina al Palazzo camerale. «La Camera di commercio ha voluto aderire fortemente al progetto – afferma il vicepresidente dell’Ente camerale, Alberto Palella - finalizzato a far conoscere sul territorio il portale che il sistema camerale ha costruito insieme all’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati per consentire di accedere ai dati sulle aziende confiscate. Dati arricchiti grazie all’utilizzo del grande patrimonio conoscitivo presente nel nostro Registro imprese».
A introdurre i lavori, la segretaria generale dell’Ente camerale, Paola Sabella: «Nel progetto, abbiamo colto anche l’opportunità di favorire il confronto con tutti quei soggetti del territorio che vedono nel recupero delle aziende confiscate un’importante attività di sviluppo dell’economia: imprese, associazioni di categoria e istituzioni, a partire dalla Prefettura insieme agli enti locali e alle stesse Camere di commercio, oltre al mondo del partenariato sociale. Trasparenza, collaborazione e partecipazione sono, infatti, valori che gli Enti camerali considerano come elementi imprescindibili non solo della legalità, ma anche dello sviluppo economico del territorio».
Relatori della giornata, il responsabile “Ok Open Knowledge” di Unioncamere, Giuseppe Del Medico; il responsabile “Osservatori sui fattori di sviluppo” del Centro studi “Guglielmo Tagliacarne”, Paolo Cortese; e l’amministratrice giudiziaria Stefania Di Buccio. «Il progetto è finalizzato a diffondere l’utilizzo del portale attraverso il quale è possibile accedere digitalmente e gratuitamente alle informazioni sulle aziende confiscate presenti su tutto il territorio nazionale – spiega Del Medico - quali la natura dell’azienda confiscata, la sua collocazione geografica e in quale settore produttivo opera».
Subito dopo, l’intervento di Cortese: «È noto che lo stato di salute delle confiscate non sia florido, per alcune critico, a seguito dell’iter di sequestro e confisca. Ma, dall’analisi dei bilanci, comprendiamo come vi siano situazioni differenziate e, in particolare, come in alcune aree e per alcuni settori vi siano aziende ancora competitive, addirittura sovraperformanti, come in Sicilia e nel settore agroalimentare. Inoltre, se restituite al mercato legale, complessivamente possono esprimere fatturati e investimenti molto superiori a quelli attuali». Infine, la relazione della Di Buccio: «L’effettivo riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità rappresenta il baluardo di una cultura della legalità diffusa e consapevole. La normativa italiana costituisce un'avanguardia nel sistema di aggressione dei patrimoni illeciti e assegnazione degli stessi alla società civile, attraverso un percorso restitutorio che trasforma il bene di pochi in bene di tutti. Quando questo percorso si applica alle aziende, la restituzione consente la conservazione dei livelli occupazionali e la valorizzazione di una nuova idea di fare azienda, basata sul rispetto dei diritti, dell'ambiente e dei valori sociali».
A intervenire, inoltre, il dirigente dell’ufficio “Aziende sequestrate e confiscate 2” Sede di Reggio Calabria Agenzia nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Giuseppe Quattrone; il presidente dell’Ordine degli avvocati, Paolo Vermiglio; il segretario generale di Fondazione MeSSInA, Giacomo Pinaffo; il responsabile dello Sportello CRS della Camera di commercio, Marco Fiorino; il segretario provinciale della Cisl, Antonino Alibrandi; Stefania Radici della segreteria provinciale della Cgil; il dirigente scolastico dell’Istituto nautico “Caio Duilio”, Daniela Pistorino. «Il progetto ha l’obiettivo di rendere virtuosa ed efficace la condivisione delle informazioni utili al governo delle imprese sequestrate e confiscate – sottolinea Quattrone - queste informazioni sono anzi necessarie per le imprese che, a seguito dello shock da confisca, devono verificare la propria capacità di stare sul mercato e, quindi, mantenere una buona redditività nell’interesse di tutti gli stakeholder. L’Anbsc, insieme alle Prefetture, alle Camere di commercio e agli altri attori del sistema economico, promuove la condivisione delle informazioni per creare sinergie che vincano le economie illegali».
Presente il capo di Gabinetto della Prefettura, il viceprefetto Michela Fabio, gli esponenti delle Forze dell’ordine e, da remoto, l’assessore comunale Roberto Cicala. Hanno presenziato, altresì, le classi III e IV M dell’Istituto “Caio Duilio”, accompagnati dai prof. Demetrio Biriaco, Salvatore Gatto, Emanuele Calabrò ed Emilio Magro; la IV E del Liceo classico “Maurolico” accompagnata dal prof. Filippo Alessi, e, in modalità da remoto, la IV B dell’Istituto d'istruzione superiore “Maurolico”, Liceo “Galileo Galilei” di Spadafora con la prof. Barbara Bellamacina.
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