Famiglia e giovani, migrazioni, pace, ma anche le vie per rispondere alla crisi di vocazioni, la povertà della Chiesa, la crisi climatica (con il pensiero agli alluvionati della Romagna) e la temperie culturale in cui la Chiesa italiana è chiamata oggi ad annunciare il Vangelo. Sono questi i temi al centro della 77ma Assemblea generale della Conferenza Episcopale italiana che si è conclusa stamattina con la messa presieduta nella Basilica di San Pietro in Vaticano dal cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei dal 22 maggio 2022, alla quale hanno preso parte l’arcivescovo Giovanni Accolla e il suo ausiliare Cesare Di Pietro.
“Essere qui, al termine di quasi due anni di cammino sinodale, è una grande emozione che ci sintonizza di nuovo con i fratelli e le sorelle e con questa Madre Chiesa che tutti ci accoglie e continua a generarci a figli. Come i due di Emmaus anche noi troviamo Pietro che conferma la nostra fede. Troviamo un popolo grande che accoglie tutte le etnie perché popolo santo di Dio. Un popolo, ma sempre una famiglia che ci chiede di vivere con lo stile e i sentimenti della famiglia, non da funzionari anonimi, anche zelanti ma con il cuore e gli affetti da un’altra parte o ridotti solo al proprio protagonismo o ruolo”. Queste le parole del cardinale Zuppi nell’omelia, che ha voluto rivolgere un pensiero all’Ucraina: “Ricordo l’angoscia che grava nell’anima del popolo ucraino che anela alla pace e quanti piangono qualcuno che non è tornato più, inghiottito dalla macchina di morte fratricida che è la guerra”.
“Il mondo inizia sempre da ogni persona, da un incontro, scoprendola nella sua grandezza e unicità, amandola perché non è un’isola. Quanto c’è bisogno di amore gratuito, vero e non virtuale, legame umano e affettivo”, - ha detto ancora l’arcivescovo di Bologna, sottolineando che il cammino della storia è sempre pieno di sorprese se siamo docili alla Parola, in quanto non smette di innalzare gli umili e abbassare i superbi, di trasformare il deserto in un giardino e un peccatore in una persona libera di non farlo più e visitata nella sua casa che diventa piena della salvezza”. Dopo la lunga pausa legata al Covid, l’assise è tornata a riunirsi in Vaticano, presso l’Aula nuova del Sinodo; i lavori si sono aperti il 22 maggio scorso con il dialogo a porte chiuse tra il pontefice e i vescovi; oggi dopo la messa, Bergoglio ha ricevuto in udienza nell’Aula Paolo VI i referenti diocesani per il Sinodo. “Continuate a camminare; fate Chiesa insieme; siate una Chiesa aperta fra le inquietudini del nostro tempo”. Sono queste le “consegne” di papa Francesco ai partecipanti all’Incontro Nazionale dei Referenti diocesani del Cammino Sinodale Italiano ricevuti in udienza stamani nell’Aula Paolo VI. All’inizio del suo intervento il Pontefice ha sottolineato che l’udienza “si colloca nel vivo di un processo di Sinodo che sta interessando tutta la Chiesa e, in essa, le Chiese locali, nelle quali i Cantieri sinodali si sono costituiti come una bella esperienza di ascolto dello Spirito e di confronto tra le diverse voci delle comunità cristiane”. Nel suo discorso il Papa ha elogiato la “bella esperienza di ascolto dello Spirito Santo”, protagonista che a volte provoca “disordine” ma poi ricompone tutto creando “l’armonia”; di qui l’esortazione a “proseguire con coraggio e determinazione, valorizzando il potenziale presente nelle parrocchie e nelle varie comunità cristiane”. Nel corso dell’Assemblea mons. Gianpiero Palmieri, arcivescovo-vescovo di Ascoli Piceno, è stato eletto vice presidente della Cei per l’area centro; mercoledì scorso si è tenuto un focus sul tema “In ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Passi verso il discernimento”, nel corso del quale è stata ribadita l’importanza di mettersi in ascolto di tutti e, in particolare degli ultimi, promuovendo inclusione sociale e tutela dell’ambiente; un monito simbolicamente suggellato dalla consegna ai vescovi di una borsa “Made in Carcere”, realizzata con materiali di recupero.
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