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Taormina, tra etica e intelligenza artificiale l’informazione e la responsabilità delle parole

La responsabilità nell'uso delle parole da parte di chi le impiega ogni giorno come strumento di lavoro. All'insegna della deontologia professionale l'ultima giornata degli stati Generali della parola dell'informazione e dell'editoria tenutisi a Taormina su iniziativa dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia e della fondazione Taormina arte e conclusi dal presidente Roberto Gueli. In apertura l'approfondimento sul linguaggio della cronaca quindi il corso di formazione con il presidente nazionale Carlo Bartoli, con il linguista Unime Fabio Rossi e con Paolo Ruffini, prefetto del dicastero per la comunicazione della Santa Sede che ha ricordato i numerosi spunti legati alla comunicazione lanciati nel tempo da Papa Francesco. Il giornalista ha consegnato a Gueli la lettera inviata dal pontefice per i 60 anni dell'ordine, in cui richiama il dovere di operare per la verità nel rispetto delle persone.

E da Taormina anche un intenso messaggio di pace, con la coppia russo-ucraina di violinisti esibitasi tra musica e parole: Ksenia Milas (Russia) e Oleksandr Semchuk (Ucraina).

L’ultimo panel su simboli e linguaggi della cronaca, autodisciplina e Authority ha avuto come relatori Andrea Peria Giaconia, presidente Corecom Sicilia e Fabio Pilato, magistrato, con la moderazione di Vittorio Corradino, presidente Revisori dei conti Odg Sicilia. Al corso di formazione “Il potere delle parole, i fatti che raccontano la storia. Le regole del giornalismo per una corretta informazione, secondo il Testo Unico” sono intervenuti Carlo Bartoli, presidente nazionale Odg; Fabio Rossi, docente di Linguistica Italiana UniMe; Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede; Vincenzo Varagona, presidente nazionale Ucsi, con la moderazione di Giuseppe Ardica, vicecaporedattore Rai.

Intenso l’intervento di Ruffini che ha ricordato come il papa più volte abbia richiamato l’importanza del ruolo del giornalista quale custode della notizia, invitando anche all’umiltà nella ricerca della notizia senza pensare di avere raggiunto la verità.

Responsabilità e consapevolezza dei processi di costruzione della notizia anche con particolare riferimento all’intelligenza artificiale e alla certezza della identificabilità dell’autore dei testi, un tema ampiamente trattato da Paolo Liguori direttore de Il Riformista e da Bartoli che ha anche poi ribadito il ruolo sociale del giornalismo responsabile durante l’emergenza Covid, sottolineando poi il valore dei principi fissati dalla legge istitutiva dell’Ordine.

Il prof. Rossi ha invece richiamato professioniste e professionisti della comunicazione alla consapevolezza del ruolo svolto anche nel rappresentare un modello del linguaggio corrente, ricordando il valore del linguaggio di genere e invitando ad avere cura delle verifiche ma anche delle parole utilizzate nella comunicazione.

L’intensa giornata di ieri

Verità o verosimiglianza? In questa sostanziale differenza c’è il valore di una missione, quella dell’informazione professionale, tutelata dalla Costituzione ma insidiata da dinamiche che ne minano gravemente la funzione sociale di strumento di libertà conoscenza e partecipazione democratica. Informazione e comunicazione al centro degli Stati generali della Parola, dell’Informazione e dell’Editoria, la kermesse promossa dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia con Fondazione Taormina Arte, inaugurata mercoledì, entrata nel vivo ieri e che oggi si è conclusa al palacongressi di Taormina.

«Una due giorni dedicata a un mondo che cambia - ha affermato Roberto Gueli, presidente OdG Sicilia - Un cambiamento che è bene rappresentato nelle grafiche degli Stati generali: dalla macchina da scrivere siamo arrivati agli strumenti che tutti utilizziamo nella contemporaneità. Non mancano i problemi, querele temerarie, difficoltà di vendite dei giornali, il web che decolla dove però non ci sono regole certe e condivise. Da Taormina parte un messaggio, quindi ci rivolgiamo anche al Parlamento e al Governo, affinché vengano cambiate alcune leggi. Il nostro Ordine, che celebra sessant’anni, ha bisogno di un rinnovamento. Quello che non deve cambiare è quello che ci hanno insegnato i maestri di giornalismo, cercare le notizie, essere curiosi, verificare le fonti, pubblicare ciò che è certo. L’informazione deve essere anche ragionata, auspichiamo un ritorno delle inchieste, di cui oggi francamente avvertiamo la carenza». «Non credo ci sia da demonizzare nessuna forma di informazione, ma credo che occorra valorizzare in Italia le forme di comunicazione lenta» ha sottolineato il presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti Carlo Bartoli sottolineando il valore del linguaggio e delle forme espressive. «Abbiamo fortemente voluto questo evento - ha detto la sovrintendente della Fondazione Taormina Arte Ester Bonafede - proprio perché riconosciamo l’importanza dell’informazione che attraverso i giornalisti arriva a tutti».

L’evento si è aperto con il messaggio augurale di Papa Francesco, nell’auspicare che «la ricorrenza del 60º anniversario della legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti susciti in quanti sono chiamati a svolgere tale delicata professione il desiderio di operare sempre per la ricerca della verità e della giustizia a tutela del primato della persona». Ad accogliere i partecipanti il sindaco di Taormina Mario Bolognari, mentre un contributo video di Egle Palazzolo, iscritta all’Ordine sin dalla sua costituzione, ha richiamato alla dignità della professione. Ampia la riflessione avviata dal sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini nel videomessaggio introduttivo, tra la necessità di una pluralità di voci a beneficio del pubblico e contro la disintermediazione, alle emergenze legate all’intelligenza artificiale e, ad esempio, ai suoi effetti sul diritto d’autore.

Tra gli interventi più intensi, quello dell’inviato del TG1 Giuseppe La Venia che ha ricordato i momenti vissuti a Codogno dove stava esplodendo l’emergenza Covid in Italia e all’ospedale pediatrico di Leopoli nei bunker con i bimbi in chemioterapia: una testimonianza reale del giornalismo “verificato” e vissuto in prima persona sul campo “consumando le scarpe”, dialogando con la gente e infondendo anima e cuore e verità a ciò che, dal fatto, diventa notizia.

I temi trattati nei dieci panel

L’impatto dell’ambiente digitale e in particolare delle dinamiche social sull’informazione; il ruolo dell’impresa editoriale e l’incidenza delle scelte aziendali strategiche sulla qualità del lavoro giornalistico; la narrazione dei territori che rende il giornalismo uno strumento di prossimità, partecipazione democratica e coesione e un’etica che obbliga a precise responsabilità, nel declinare un mestiere che si svolge tra la ”strada” e la redazione, ma anche tra querele temerarie, difficoltà oggettive nella ricostruzione autentica e dilagare di disinformazione e fake.

Un dibattito intenso ieri nei panel degli Stati generali della Parola dell’Editoria e dell’Informazione coordinati da Elvira Terranova e Nino Randazzo, tenutisi al Palacongressi, dove sono state allestite le mostre che ricordano Falcone e Borsellino e i giornalisti uccisi dalla mafia, tra cui il cronista del Giornale di Sicilia Mario Francese. E tra i presenti anche il figlio Giulio, consigliere nazionale OdG.

Le nuove professioni sono state raccontate da Assia La Rosa founder dell’agenzia di comunicazione I Press, mentre il ruolo della formazione dei giovani aspiranti giornalisti, a partire dall’Università, è stato evidenziato dal prof. Francesco Pira, docente di sociologia dei processi culturali Unime. Al panel, moderato da Marina Turco, caposervizio di TGS, è intervenuto da remoto Gianni Riotta, editorialista de La Repubblica nel delineare gli scenari applicativi dell’intelligenza artificiale e sull’impatto dell’informazione on line si è soffermato, via web, il direttore di Repubblica Maurizio Molinari.

L’impegno quotidiano della Rai nel servizio pubblico è stato delineato da Roberta De Cicco, direttrice della sede Rai Sicilia.

L’allarme sul dilagare di tentativi di falsificazione dei contenuti lanciato da Gaetano Savatteri, giornalista Mediaset, è stato affrontato nel panel sulla disinformazione cui ha preso parte anche la segretaria nazionale della Fnsi Alessandra Costante, stigmatizzando lo “smantellamento” delle redazioni e la “desertificazione” del processo informativo, che, come ha sottolineato Aldo Mantineo, commissario Corecom Sicilia, si costruisce anche con l’attività interna di confronto e interscambi. Sono intervenuti anche Tiziana Tavella e Giuseppe Rizzuto, presidente e segretario regionale Assostampa Sicilia.

La solidità delle aziende editoriali garantisce la libertà

La necessità di garantire la solidità economica delle aziende editoriali come requisito di libertà del sistema informativo è stata sottolineata dal presidente e direttore editoriale di Società Editrice Sud Gazzetta del Sud Giornale di Sicilia Lino Morgante, che ha tratteggiato un processo di deterioramento culturale a danno della qualità dei contenuti e della propensione alla lettura soprattutto dei più giovani, con effetti devastanti anche sul mondo dell’editoria libraria e giornalistica, già gravato da una concorrenza troppo spesso sleale del web. Antonello Piraneo direttore de La Sicilia di Catania, ha evidenziato come la crisi nella diffusione del giornale cartaceo sia anche legata a quella dei punti vendita, sottolineando il ruolo di “cerniera” che il giornalismo svolge tra la realtà e l’opinione pubblica. Franco Nuccio, caporedattore di Ansa Sicilia, ha delineato il cambiamento in particolare nella narrazione giornalistica del quotidiano cartaceo, nell’ambito del panel moderato dal consigliere OdG Franco Nicastro.

In Sicilia e in Calabria il più alto tasso di querele temerarie, come ha ammonito Nuccio Anselmo, vicecaposervizio e cronista di giudiziaria della Gazzetta del Sud nel panel sui “giornalisti sotto attacco” cui ha preso parte anche Sigfrido Ranucci lanciando l’allarme sul pericolo di un “oblio di Stato” a seguito della riforma Cartabia in tema di deindicizzazione e rimozione di contenuti giornalistici. Al panel sono intervenuti anche i giornalisti Riccardo Arena, caposervizio del Giornale di Sicilia, e Mario Barresi, inviato de La Sicilia.

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