Cantieri operativi, cantieri logistici, aree di deposito. Cantieri in molti punti della città, non solo lì dove il Ponte arriverà, tra Torre Faro a Ganzirri, ma anche, ad esempio, a Contesse, dall’altra parte della città. È quasi inevitabile, dunque, che il numero dei cantieri, la loro collocazione, ma soprattutto la loro durata siano tra gli elementi chiave dell’operazione Ponte sullo Stretto.
Operativi e logistici
I cantieri del Ponte si dividono in due categorie. I cantieri logistici sono concepiti, si legge nel progetto definitivo del 2011, «come villaggi in modo da risultare indipendenti dalle strutture socio-economiche locali». Serviranno a dare alloggio al personale impiegato nei cantieri operativi «e a fornire logistico alle attività per la direzione e la gestione tecnico-amministrativa dei cantieri». Dei campi base, insomma, dotati di prefabbricati ad uso dormitorio, mense, uffici, locali per la guardiania e la ricreazione. I cantieri operativi, invece, sono «aree attrezzate per fornire supporto alle attività produttive e comprendono strutture, impianti e aree di deposito di materiali». I cantieri logistici previsti in Sicilia sono cinque: Ganzirri, Magnolia (Torrente Pace), Contesse, Annunziata e Villafranca Tirrena. Quelli operativi, invece, sono undici: Faro, Curcuraci, Pace, due Annunziata, Ganzirri, Papardo, Europa, Contesse, Villafranca Tirrena e Saponara.
Il cantiere numero 1: Sicilia
Nel progetto il cantiere principale, quello che ospiterà il lato siculo del Ponte vero e proprio, si chiama “SI1Sicilia” ed è diviso in vari ambiti. Il primo è collocato tra le vie Torretta, Primo Palazzo, Circuito: qui «gli edifici residenziali, le strutture turistico-ricettive e i ristoranti ricadenti all’interno della perimetrazione del cantiere – si legge nel progetto – saranno espropriati». Più a nord il cantiere arriva sulla via Consolare Pompea, mentre il blocco di ancoraggio del Ponte verrà realizzato in prossimità del cimitero di Granatari e ai margini della Panoramica dello Stretto. Sono previste sei fasi di attività di cantiere, con «intense attività di scavi, realizzazione di diaframmi e Jet Grouting (gettate di cemento) presso il blocco di ancoraggio e presso le fondazioni delle torri», oltre alla realizzazione di un pontile e «gli scavi della trincea autostradale e ferroviaria in prossimità del cantiere del blocco di ancoraggio». In totale si parla di un’area di 240.000 mq e servirà, insieme al cantiere SI2, ad «attività operative necessarie per la costruzione del Ponte e delle opere di collegamento a terra», dai blocchi di fondazione delle torri alla struttura terminale del viadotto Pantano. Strettamente collegato è, dunque, il cantiere SI2, quello di Faro Superiore, che interessa soprattutto la località Serri, a nord della Panoramica. Un’area di 58.000 mq «in corrispondenza della barriera di esazione, attrezzata per la perforazione della galleria autostradale Faro Superiore», lunga 3,4 chilometri. Un’attività definita «pluriennale», con lo scavo delle gallerie che viene eseguito, si legge nel progetto, «in continuo», e cioè 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.
Curcuraci, Pace e Annunziata
Tre i cantieri operativi legati alle «opere d’arte maggiori dell’infrastruttura autostradale siciliana», e cioè lo svincolo Curcuraci, il viadotto Pantano e lo svincolo Annunziata. A Curcuraci il cantiere è inserito nel fondovalle della Fiumara, a nord di via Fiumara Guardia. In totale si parla di 12.000 mq. È l’area nella quale è previsto lo scavo di quattro gallerie autostradali (Galleria Faro, imbocco sud, e Galleria Balena, imbocco nord), oltre alla realizzazione dei viadotti di attraversamento e dello svincolo. Anche in questo caso è prevista un’attività no-stop, 24 ore al giorno, tutti i giorni. C’è quindi il cantiere di Pace, in prossimità, tra l’altro, delle cave e dell’impianto dei rifiuti: è un sito “gemello” di quello di Curcuraci, dove sono previsti gli scavi di quattro gallerie (in questo caso l’imbocco sud della Galleria Balena e l’imbocco nord della Galleria Le Fosse) e la realizzazione dei viadotti di attraversamento, con lavori senza soluzione di continuità. La superficie totale è di 21.700 mq. E poi c’è il sito dell’Annunziata: nel progetto viene chiarito che all’Annunziata «tutto il polo universitario beneficia di una totale schermatura naturale rispetto alle aree di cantiere, ad opera del crinale che sovrasta il fondovalle». Anche in questa area (33.800 mq) vanno scavate quattro gallerie autostradali e anche qui vanno realizzati i viadotti che collegano le gallerie stesse (Le Fosse e Annunziata).
Magnolia e Contesse
Sono due cantieri operativi legati all’infrastruttura ferroviaria. Nel cantiere Magnolia si realizzerà il Posto di Manutenzione, tappa strategica del tracciato ferroviario collegato al Ponte. Si trova in un una ex cava in adiacenza a mare, nei pressi dell’incrocio tra la Panoramica e via Fiumara Guardia, e il cantiere è esteso per 42.000 mq. È un punto di snodo fondamentale per le TBM, la cosiddetta “talpa meccanica” che scava le gallerie ferroviarie. Il cantiere di Contesse, invece, «si trova in affiancamento alla linea ferroviaria esistente in adiacenza al mare»: confina a sud con il campo base di Contesse, uno dei cantieri logistici, e a nord con via del Carmine. Qui vengono ospitate «le infrastrutture di servizio necessarie per la costruzione della prospiciente galleria ferroviaria Santa Cecilia». È uno dei cantieri più ampi, circa 105.000 mq, «in prossimità dell’imbocco della futura galleria ferroviaria». Si parla, nel progetto, di una «interferenza con la fiumara Vanedda Vetro, che attraversa tombinata la zona del campo, per raggiungere il suo sbocco naturale in mare. Si provvederà a risistemare il tratto di interesse regimando la fiumare in condotta di acciaio».
I cantieri delle stazioni
In corrispondenza di ognuna delle tre stazioni ferroviarie previste (Papardo, Annunziata ed Europa) verrà allestito un cantiere operativo, ognuno preposto ovviamente alla costruzione della stazione. Il cantiere Papardo «è suddiviso in tre diverse aree, una adibita alla ricezione mezzi contenente principalmente la pesa ponte, magazzino, officina, falegnameria, una seconda contenente la mensa, l’infermeria, spogliatoi, servizi ed una terza contenente la zona effettiva di scavo per la costruzione della stazione, per un’area complessiva pari a 8.700 mq». Sono previste attività di scavo dall’alto verso il basso, concentrate nelle ore diurne, interamente in superficie. Un’unica area, invece, di 7.700 mq caratterizza il cantiere della stazione Annunziata, con le stesse strutture prevista a Papardo e le stesse attività di scavo. Vi si accede da via del Fante. E infine il cantiere Europa, che occupa circa 7.300 mq: cantiere in tutto e per tutto “gemello” degli altri due, che si colloca pressoché interamente nell’area dell’ex ospedale militare.
Il pontile
Tra i cantieri ci sono anche i pontili, uno in Sicilia e uno in Calabria, «posizionati in corrispondenza delle torri per consentire il rapido trasferimento a piè d’opera dei conci delle torri, mantenendo in posizione di ormeggio i mezzi navali di trasporto tipo “open deck”». Sono pontili “mobili”, che ciò verranno rimossi al termine dei lavori, predisposti per l’attracco e l’ormeggio di imbarcazioni capaci di trasportare materiali fino a 3.000-6.000 tonnellate. Nel periodo di montaggio delle torri i conci delle torri vengono trasportati direttamente ai pontili di Ganzirri e Cannitello, mentre un altro pontile, nel progetto del 2011, è previsto a Villafranca Tirrena per il trasporto dei materiali di scavo.
Durata e cronoprogramma
Secondo il progetto definitivo da cui si sta ripartendo per riavviare tutto l’iter del Ponte «l’intero processo, comprendendo la fase esecutiva fino al monitoraggio post operam, ha una durata complessiva di circa 8 anni». Mentre «il periodo presunto per la fase di costruzione dell’intero progetto è di circa 7 anni». Quattro le attività principali: attività di carattere generale, 7 anni; cantierizzazione, e cioè l’installazione dei cantieri operativi, logistici e dei pontili, la nuova viabilità e delle piste di cantiere, le bonifiche e le demolizioni, 5 anni; collegamenti Sicilia, cioè la fase di realizzazione delle opere vere e proprie collegate al Ponte e del Ponte stesso, lato Sicilia, 6 anni complessivi; opere e misure mitigatrici e compensative dell’impatto ambientale, 6 anni. «Durante la realizzazione dell’opera di attraversamento – si legge – sono previste alcune fasi che prevedono la chiusura parziale e totale dello Stretto». La chiusura parziale è prevista in concomitanza al posizionamento e sollevamento dei conci, operazione di otto ore diurne, per un totale di cinque mesi di lavoro (i conci sono 75) «in condizione meteo-marine favorevoli»; la chiusura totale, invece, avviene nella fase di lancio dei cavi portanti, e cioè otto operazioni di lancio, in giornate non consecutive, per ognuna delle quali sarà necessaria la chiusura del traffico marittimo per 8 ore. Ecco come funzionerà: «I cavi – si legge – arriveranno in Calabria in bobine. Un nave trainante svolgerà le bobine attraversando lo Stretto. Raggiunta la costa siciliana, il cavo sarà sollevato fino alla sommità della torre, secondo la geometria di catenaria». Ma secondo il progetto «una delle più importanti e critiche sequenze realizzative è senza dubbio quella relativa allo scavo delle gallerie ferroviarie con le TBM», le “talpe meccaniche”. Lo scavo parte da Contesse, la velocità prevista è di 300 metri al mese.
12 Commenti
burrascanu
14/04/2023 15:38
ci vorrebbe un mandalari nuovo e più efficiente per rinchiudere questi pazzi
Franco
14/04/2023 19:20
I progettisti di questa mostruosità credevano di essere nel bel mezzo del deserto. Invece si tratta di un territorio estremamente antropizzato e per giunta in zona di protezione speciale. Questa o è pazzia o distrazione di massa
Tommaso
17/04/2023 06:36
Forse entrambe le cose. Io porrei. Ome clausola contrattuale che il sig salvino, insieme ai politici sostenitori di questo abominio, risiedano stabilmente a Messina, per tutto il periodo di realizzazione dell'opera.
Salvo
14/04/2023 19:44
Spiegate meglio quante famiglie da sfruttare soprattutto in zona Santa Cecilia. Ultima ciliegina la chiusura dello Stretto, quindi chiusura del porto di Messina per le navi da crociera e del porto di Gioia per le container che dovranno circumnavigare la Sicilia. La città di Messina ne uscirà devastata e la zona Nord distrutta.
Lux
15/04/2023 00:38
Ma sta zitto
Luciano
15/04/2023 09:20
I disagi per il caos e il traffico che si creerà in città saranno immensi e soprattutto dureranno almeno una decina di anni.. sarà ( .. forse) un opera utile alla nazione ma state certi che i cittadini messinesi avranno un decennio di disagi e problemi e pochissimi beneficeranno chissà fra quanti anni di questa opera .. ( tutti dicono si ponte bello facciamolo .. ma vedrete in quanti nel corso di questi anni cambieranno idea )
Joshua
15/04/2023 10:56
Ma che bello sognare, ma al mio paese si dice che "senza soddi non si canta missa"... A buon intenditor...
Rosario Terranova
15/04/2023 14:52
Semplicemente straordinario
Gaetano
15/04/2023 16:23
Ponte sullo Stretto «il periodo presunto per la fase di costruzione dell’intero progetto è di circa 7 anni». ....la suddetta tempistica stimata dipenderà dalla serietà ed efficienza delle aziende prescelte e che siano ad alto livello di specializzazione e preparazione professionale.....
Francesco Donato
15/04/2023 18:52
Sarà una mostruosità che darà da mangiare al malaffare e tutti le orrendita' che lo contornano speriamo di non vederlo mai????????????????
Giuseppe C.
16/04/2023 07:32
Si ha la sensazione di un gioco. Irreale. Credo che nessuno abbia mai detto ai messinesi cosa significhi vivere 10 anni in un cantiere. Ma pensate davvero che la città possa sopportare un tale impatto? Espropri, demolizioni, aree di cantiere, attività commerciali avviate che devono sloggiare o chiudere, tutto l'assetto viario e la mobilità interna da cambiare..... stili di vita che potrebbero cessare.... per cosa? I miei concittadini l'hanno capito? Non sento nessun politico parlare di ciò. Quanti andranno via e quanti si trasferiranno in provincia? La città così com'è non è in grado di affrontare un cataclisma simile. Riflettiamo.
Mario
15/07/2023 08:05
È abberrante leggere l'articolo, non oso immaginare cosa comporterebbe l'inizio dei lavori, sé mai ci sarà. Un'intera città da Nord a Sud sconcassata dal passaggio dei camion. Mi chiedo, con tutto il rispetto per chi è a favore della realizzazione del ponte, è veramente necessario creare tanti disagi alla popolazione, e forse, non sarebbe più utile investire dei soldi per aggiustare le strutture esistenti, fatiscenti e usurati dal tempo, strade, illuminazione pubblica, acqua potabile in tutte le case, nelle città di Messina, Villa S. Giovanni, Reggio Calabria? È tanto più importante il ponte? Oppure x un vivere più sostenibile, o più green, come si usa dire adesso, non sarebbe il caso di ammodernare, visto che siamo città metropolitanae, l'esistente? Non mi fido di questa realizzazione, un'opera faraonica che lascerebbe troppi strascichi negativi, in termini di vivibilità, percorrenza stradale, non solo durante la realizzazione, ma, anche dopo. Vedi il tram a Messina. Disagi alla popolazione, prima, durante e dopo. Chiudo questa mia esternazione, augurandomi che riflettano, ancora di più, le forze politiche che sponsorizzano quest'opera, affinché non si crei una cattedrale nel deserto.
Giuseppe
30/08/2023 17:05
Siete proprio dei veri cavernicoli con tutti questi vostri commenti stupidi e meschini ..che poi sono il frutto di una sinistra antiprogressista.. e voi continuerete a essergli schiavi.. ma mettetevi l'anima in pace perchè IL PONTE SI FARÀ.
Tommaso
20/02/2024 08:41
A mio avviso sarebbe opportuno che tale aspetto della costruzione del ponte, e non solo i numeri che possono far comodo a qualcuno, fosse più spesso ed in modo particolareggiato posta all'attenzione dei cittadini, in modo da far loro rendere conto di ciò che potrebbe aspettargli in caso tale follia si dovesse concretizzare. e non si è parlato del traffico pesante che insisterebbe nella città.