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Messina, inizia la seconda vita di Portella Arena: da discarica ad habitat naturalistico

Da immonda discarica ad habitat naturalistico: prende il via il progetto di riforestazione finanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale. Saranno subito piantumati alberi e creata un’area attrezzata per gli appassionati di “birdwatching”. È un primo passo verso la trasformazione definitiva in Parco urbano

Buone prospettive per gli appassionati del “birdwatching”. Gli amanti dell’ornitologia e i cultori delle camminate all’aperto potranno godere di un importante lavoro di riqualificazione riguardante una parte delle colline peloritane e più precisamente un sito degradato e riconvertito come Portella Arena.
A breve, infatti, partiranno i lavori finanziati dal Fondo europeo di Sviluppo regionale per un progetto che ammonta a uno stanziamento di 115.815,86 euro che riguarda la protezione della biodiversità. Nasceranno nuove postazioni “birdwatching” per l'osservazione degli uccelli migratori nel momento in cui sorvolano lo Stretto. Il territorio oggetto di intervento è quello compreso tra Portella Arena, Monte Roccazzo e Matterosse.
Considerata la più importante “bomba ecologica” interrata, che a distanza di anni rilascia liquidi nel sottosuolo e biogas nell’atmosfera, la discarica di Portella Arena ha rappresentato la naturale sede della città per lo stoccaggio della spazzatura del secolo scorso, raccogliendo oltre ai rifiuti urbani anche speciali e ospedalieri.
Gli obiettivi da perseguire sull’area consistono nel miglioramento e nella valorizzazione di specifici aspetti vegetativi, naturalistici e ambientali delle aree agricole interessate; nel recupero di particolari ecosistemi vegetali tipici della macchia mediterranea; nella valorizzazione in termini di pubblica utilità delle zone Natura 2000 e altri sistemi ad alto valore naturalistico. Ma anche salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità dei terreni tra i 350 e i 550 metri sul livello del mare. L’area è inglobata in un complesso sistema che appartiene all’Arco calabro-peloritano.

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