Si allungano i tempi necessari affinché investigatori ed inquirenti possano completare gli accertamenti investigativi sulla morte di Ayman Serti, lo studente di 16 anni di origini marocchine, deceduto nella tarda serata di giovedì scorso nel piazzale del campo sportivo di Merì, in circostanze che ancora restano misteriose. I genitori e i fratelli della vittima non credono al suicidio e vogliono sia fatta giustizia. Una morte tra le atroci sofferenze delle fiamme che hanno avvolto e divorato buona parte del suo corpo, un rogo sulla cui origine nessuno si sbilancia. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Barcellona che operano al comando del capitano Lorenzo Galizia, coordinate dal sostituto procuratore Dora Esposito proseguono con la raccolta di testimonianze e soprattutto con gli accertamenti tecnici affidati ai consulenti. In particolare, sul telefonino preservato dal fuoco per conoscere il contenuto del quale l'esperto informatico sta lavorando per decifrare il codice di accesso. Procedura difficoltosa e che richiede un tempo maggiore, in quanto si tratta di un Apple iPhone notoriamente più complesso di altro sistema operativo. Dall'esito dell'esame del telefonino potrebbero emergere elementi indispensabili per risalire agli ultimi contati che il giovane ha avuto con terze persone prima di sparire e poi morire. Inoltre, si attende l'esito degli esami tossicologici effettuati a seguito dell'autopsia per stabilire se il giovane abbia fatto uso o meno di sostanze stupefacenti sintetiche che hanno effetti disastrosi sul sistema nervoso, con allucinazioni e nei casi più estremi, fino anche alla morte. Infatti gli investigatori sospettano che il giovane frequentasse un gruppo di assuntori di droghe sintetiche di Milazzo, luogo dove da alcuni anni i giovani prediligono questo tipo di stupefacenti. Nell'attesa degli esiti degli accertamenti la Procura di Barcellona ha dissequestrato la salma e rilasciato il nulla osta ai familiari per consentire la tumulazione in loco, con espresso divieto di trasferimento all'estero della salma o di cremazione della stessa e ciò per preservare la possibilità di compiere altri eventuali accertamenti scientifici utili alle indagini. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina