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Messina, la morsa del vento e della neve. In città si contano i danni

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Il mare sta per tornare quieto e sulla costa è arrivato il momento di riparare i danni e interrogarsi se, anche stavolta, sarà l’ultima volta. Il ciclone che ha squarciato il canale di Sicilia adesso non fa più paura, ma prima che il moto ondoso si riduca servirà ancora del tempo. La paura è passata, ma ora, per molti c’è da pulire e ricostruire. Lo sanno bene coloro che hanno visto le loro case, le loro imprese, quelle che avevano proprio in quell’affaccio sul mare un valore aggiunto, spazzate via da onde alte tre metri, che, dicono gli anziani del posto, “così non si erano mai viste”.

Solo questa mattina entreranno nel vivo tutte le operazioni di pulizia delle strade fronte mare. Quelle che collegano le strade principali di collegamento con la litoranea. Saranno passate in rassegna tutte da Tremestieri a Giampilieri marina e tre ditte con i loro mezzi pesanti e cingolati, recupereranno l’enorme quantità di sabbia che i marosi hanno riversato sulla costa, per restituirla alla spiaggia che in molti, troppi punti è ridotta all’osso. A coordinare il lavoro è l’assessore alla Protezione civile Massimiliano Minutoli, con il supporto dei volontari, della Polizia Municipale e dei Vigili del Fuoco. Idrovore al lavoro per tutto il giorno ieri per eliminare l’acqua che ha invaso caseggiati e strade. La strada statale 114, nel tratto esposto al mare a S. Margherita, è rimasta chiusa nelle ultime due nottate. In quella appena trascorsa, il blocco è avvenuto all’ora di cena e stamattina alle 7 è stato fissato un check per la riapertura definitiva. «Senza il posizionamento dei pennelli a mare – ha detto l’assessore Francesco Caminiti – avremmo avuto un disastro. In quelle zone coperte il mare non è entrato nelle case». Gli abitanti hanno altre opinioni.

Il porto di Tremestieri, quello dedicato ai mezzi pesanti, non è in esercizio da giovedì sera. Il grecale “taglia” il doppio approdo e sembra essersi creato un accumulo di sabbia sotto il molo principale. Il moto ondoso e l’acqua torbida non hanno consentito al gestore, la Comet, e alla Capitaneria di verificare la “praticabilità” dell’invaso spesso soggetto all’insabbiamento. Nel frattempo i comandanti, per ragioni di sicurezza, stanno utilizzando la rada San Francesco. Oggi potrebbe scattare il sopralluogo.

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