Messina, mamma lascia il bambino per oltre 30' in auto e in sosta vietata. Interviene la Municipale
Una dimenticanza di una giovane mamma, questa sera, ha richiamato l’attenzione di alcuni passanti e suscitato non poco risentimento sul viale San Martino, quindi nel salotto commerciale della città. La donna ha lasciato in macchina per oltre mezz’ora il suo bambino, che a quanto pare ha sette anni. Quando è tornata si è resa conto che attorno al suo veicolo vi erano molti curiosi e soprattutto una pattuglia della polizia municipale, impegnata in un controllo del territorio disposto dal comandante del Corpo Stefano Blasco. La vettura, una Lancia Y, era parcheggiata in sosta vietata, sulle strisce pedonali ragion per cui all’automobilista è stata inflitta una multa. Molti di quanti hanno assistito alla scena hanno manifestato disappunto all’indirizzo della giovane donna, altri, invece, appena la notizia si è diffusa grazie a internet e ai social network, si sono lasciati andare a commenti piuttosto pesanti (alcuni censurabili e perfino di cattivo gusto), di fronte alla “dimenticanza” considerata alquanto ingiustificata. Ma stando a quanto riferito dalla polizia municipale, le sono state contestate soltanto violazioni al Codice della strada. La donna ha infatti sostenuto di essere rimasta bloccata con l'altro figlio. E' stata prontamente sanzionata ai sensi dell' art. 158 cds per un importo di euro 165, sono stati decurtati 4 punti dalla patente.
L'intervento dell'avvocato
"È distrutta dalla gogna mediatica la donna finita sotto i riflettori per avere lasciato in macchina il figlioletto, sul viale San Martino, la sera di venerdì scorso. Attraverso una nota del suo difensore, l’avvocato Gabriele Lombardo, la giovane tiene a precisare alcuni passaggi. «La mia assistita – scrive il professionista del Foro di Messina – è profondamente scossa per l’eco mediatica che ha avuto questo episodio. Si è arrivati, come di solito accade sui social, a giudicare senza conoscere fatti e persone. Senza sapere dei sacrifici quotidiani di una giovane madre chiamata a dividersi tra le esigenze e le necessità dei suoi figli, sua unica ragione di vita. Il bambino, dell’età di 7 anni, stava giocando al cellulare e avrebbe chiamato per qualsiasi esigenza. La questione nasce solo perché l’auto era in sosta vietata, non per altro. Il termine abbandono e la successiva violenza di certi commenti destano sconcerto".