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Messina, si compone il mosaico del waterfront

Il punto sulla riqualificazione dell’affaccio a mare dopo il sì del consiglio comunale al nuovo “perimetro” del Piau

Il waterfront di Messina, quantomeno quello che oggi è il “potenziale” waterfront del centro città, bisogna immaginarselo come una sorta di grande mosaico. Per vederne finalmente l’intera realizzazione del disegno è necessario che ogni tassello vada ad incastrarsi al proprio posto. Se ne salta uno, il mosaico risulterà monco e l’immagine definitiva, giocoforza, ne risentirà.
Mercoledì sera, in consiglio comunale, è stato aggiunto un altro tassello. Piccolo, di per sé, un mero passaggio burocratico-amministrativo, si potrebbe dire. Ma è pur sempre un tassello e quindi, in quanto tale, elemento fondamentale del mosaico, del tutt’uno. È stata, infatti, approvata la riperimetrazione del Piau. Scritta così, sembra l’ennesima carta bollata su un procedimento, quello del Piau (anche qui, uno dei tanti acrononimi dati in pasto ad una città stufa di vivere di soli rendering), che va avanti, ormai, da vent’anni. E invece si tratta di un passaggio chiave, perché nella pianificazione dell’affaccio a mare vengono incluse definitivamente le aree ex Zir e Zis – quelle che un tempo erano esclusivamente artigianali e che adesso sono ciò che si definisce “un mix funzionale” – e viene uniformato il tutto al Pudm, un altro acronimo, che sta per Piano del demanio marittimo.
Tasselli su tasselli: Piau, Pudm, Pgtu (Piano generale del traffico), Pums (Piano della mobilità sostenibile), Pug (Piano urbanistico generale, quello che una volta si chiamava Piano regolatore) sono le parti del famoso mosaico. Nessuna di esse può essere trascurata. Ecco perché i 23 voti favorevoli su 23 presenti, quindi l’unanimità del consiglio comunale, sono stati accolti con entusiasmo, mercoledì sera in aula, dal vicesindaco Salvatore Mondello, che per il secondo mandato amministrativo consecutivo è il “volto” in Giunta di questo mosaico: «Non sono solo acronimi – ha detto dopo il voto l’assessore –, non è un caso se abbiamo ricevuto i complimenti a Roma per quanto stiamo facendo. Diventiamo protagonisti del futuro della città».

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