Il day after all’ospedale Papardo ha fatto emergere tutta la gravità dell’incendio scoppiato ieri pomeriggio. Sono inutilizzabili otto sale operatorie del blocco nord per via del danneggiamento dei cavi e delle tubazioni che corrono all’interno della torre in cui è stato appiccato il fuoco. Sono disponibili solo due sale operatorie che sono posizionate in altri punti dell’ospedale. Non è stata ancora fatta una conta dei danni ma il neo direttore generale Munafó conta che in un paio di giorni possano essere utilizzate altre due sale operatorie. In questo momento vengono eseguiti solo interventi di urgenza.
Momenti di panico, fermato un uomo
Dopo l’insano gesto che ha seminato paura e danni all’ospedale Papardo, un uomo è stato fermato dai carabinieri e la sua posizione è al vaglio dei militari dell'Arma. In un momento di alienazione, ha appiccato le fiamme nell’edificio centrale del nosocomio della zona nord, facendo temere il peggio, e solo la tempestiva azione dei vigili del fuoco ha evitato conseguenze peggiori. Il bilancio, però, è ugualmente pesante: pazienti trasferiti da una stanza all’altra e da un reparto all’altro, per via dei fumi tossici che hanno reso l’aria irrespirabile; attività operatorie limitate ai minimi termini, con priorità assoluta agli interventi di emergenza.
La ricostruzione
A ricostruire le fasi concitate della giornata di ieri la Direzione dell’Azienda ospedaliera Papardo e i carabinieri giunti sul posto, allertati dalle richieste concentrate al numero unico 112. Sono le 18 quando un tizio, a quanto pare un tossicodipendente, raggiunge i locali del Pronto soccorso, al terzo piano del palazzone che svetta sulla via Stagno d’Alcontres, in contrada Sperone. Chiede con piglio molto veemente molto probabilmente una dose di droga. Istanza, ovviamente, rispedita al mittente. A quel punto, l’uomo perde le staffe e dà in escandescenze. Aggredisce alcuni medici e si allontana. Si avvicina a una zona più isolata, confinante con un vano ascensore utilizzato per gli spostamenti del personale interno, e la sua attenzione è catturata da tre sacchi di spazzatura contenenti materiale plastico e altri rifiuti destinati ad essere smaltiti l’indomani mattina da una ditta specializzata, in quanto il cassonetto risultava stracolmo. Con un accendino o dopo essersi acceso una sigaretta, innesca il rogo, che in poco tempo si propaga in direzione del vano che ospita il carrello elevatore. Il fumo – nero e denso – invade corridoi e reparti. Guizza fuori dai finestroni dell’ospedale, tant’è che viene notato con grandi timori anche all’esterno.
I soccorsi
Viene sollecitato l’intervento dei vigili del fuoco, che accorrono con una squadra proveniente dal Distaccamento Nord, coadiuvata da un’autobotte e un’autoscala partite dalla sede centrale di via Salandra. I pompieri domano l’incendio e riescono a limitare i danni.
Nel frattempo, viene inibito l’accesso ai visitatori: bisogna infatti concludere le operazioni di spegnimento degli ultimi focolai e messa in sicurezza di una zona del presidio ospedaliero. Il management decide di chiudere l’Utin, Unità di Terapia intensiva neonatale, e far traslocare i degenti in altri locali dell’ospedale. La stessa sorte tocca a pazienti di altri reparti. Ma ciò che preoccupa maggiormente è lo stato degli impianti elettrici, deteriorati dalle fiamme. Poiché alimentano i macchinari del blocco operatorio, si decide di interrompere le attività e consentire solamente quelle legate ai casi più gravi. Doverose, quindi, verifiche approfondite, già avviate, e il cui esito si conoscerà a breve. Fermato l’incendiario: la sua posizione è al vaglio dei carabinieri.
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