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Messina, antica chiesa rimessa a nuovo. Riapre uno scrigno di fede e storia

Intitolata a Santa Lucia Vergine e martire, si trova nella vallata di Santo Stefano Briga

L’antica chiesa di S. Lucia Vergine e martire di Santo Stefano Briga è stata riaperta al culto: un evento straordinario per la comunità della vallata, che dopo circa 65 anni, torna a raccogliersi in preghiera in questo luogo scrigno di fede, storia e devozione, che suggella il legame del villaggio con la Santa siracusana. È stato l’arcivescovo Giovanni Accolla a presiedere il rito di consacrazione con la dedicazione dell’altare, alla base del quale è stata apposta la reliquia del Beato Carlo Acutis, dono della Diocesi di Perugia-Città della Pieve su richiesta dello stesso Accolla. Un sogno divenuto realtà, grazie alla generosità dei coniugi Lorenzo Clemente e Concetta Catalano, che con il sostegno dei compaesani e la guida attenta del parroco don Lino Grillo, hanno reso possibile tutto questo.
Tutto ebbe inizio 10 anni fa, quando Santa Lucia apparve in sogno al signor Clemente, che la vide «splendida in volto e luminosa nella sua veste color oro», chiedendogli di «far risistemare la chiesa, che avrebbe dovuto avere una facciata gialla, illuminandola per la festa con un grande fuoco acceso nei pressi». L’edificio, l’unico del paese ad aver resistito al sisma del 1908, negli anni ’70 era stato adibito sala cinematografica, per poi diventare un deposito. A coordinare i lavori di ripristino durati 3 anni, è stata l’architetta Maria Lucia Micali, seguendo le indicazioni della Soprintendenza ai beni culturali di Messina con la supervisione degli uffici diocesani Tecnico e per i Beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto diretti da don Giovanni Scimone. Nel corso degli interventi, in particolare dalla stonacatura delle pareti, sono stati ritrovati due affreschi nelle nicchie ai lati del portale d’ingresso; quello a destra, ben conservato (che interessa anche la parete limitrofa), raffigura un Santo benedicente. La scoperta, ha spiegato Micali, ha permesso di retrodatare l’impianto, che inizialmente si pensava risalisse al 18° secolo, al 1300. Dagli studi effettuati, la chiesa è simile a quella dell’Immacolatella, fatta erigere dai monaci basiliani presenti nella vallata già nell’anno Mille; anche il tempietto di Santa Lucia originariamente aveva l’abside orientata a est. Nei prossimi mesi saranno completati la pitturazione interna, il restauro degli affreschi e del portale e la recinzione esterna. Grazie alla generosità della comunità, anche il simulacro di Santa Lucia è stato riportato agli antichi splendori e collocato nella nicchia a destra dell’altare della chiesa. Prima della celebrazione, il rito della “svelatio” in piazza Roma, alla presenza del sindaco Federico Basile. Felice don Lino Grillo che, dopo la nomina a rettore del seminario arcivescovile, tra qualche settimana cederà il testimone al confratello don Matteo Culletta, già parroco di S. Stefano Medio.
«Da oggi questo luogo torna a essere un piccolo polmone che contribuirà a sospingere il soffio dello Spirito Santo in tutto il villaggio», hanno detto i sacerdoti. La consacrazione della chiesa ha dato inizio allo speciale anno giubilare nel corso del quale sarà possibile lucrare l’indulgenza plenaria concessa dal Papa.

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