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Messina, esplode il caso del viadotto Ritiro

La Uil e la Feneal denunciano: l’impresa ha comunicato il fermo del cantiere e il licenziamento per quasi cento lavoratori. Il Gruppo Toto Costruzioni smentisce: «Ci sono problemi, il Cas ci deve 10 milioni di euro ma non intendiamo assolutamente bloccare l’opera». La dura controreplica del sindacato

La Uil lancia la notizia “bomba”, la Toto Costruzioni smentisce “in toto” o in parte. Ma il caso del viadotto Ritiro, che si aggiunge a quello del raddoppio ferroviario sulla tratta di Cefalù, impazza in questa domenica di metà novembre. E preoccupa soprattutto i lavoratori e le loro famiglie, ma anche i cittadini che non sanno a quale santo votarsi per vedere le opere pubbliche completate nei tempi previsti, e senza quegli intoppi che le rendono quasi sempre un terno al lotto, un giro sulle montagne russe, se non un film horror.

«Stop al cantiere, 100 licenziati»

Eccola, la «notizia choc» rilanciata nel pomeriggio dal sindacato. «Si fermano i lavori del cantiere del viadotto Ritiro. Con effetto immediato vanno a casa i quasi 100 lavoratori impegnati nella realizzazione della fondamentale opera e di conseguenza la città dovrà aspettare ancora per raggiungere l’agognata fine di un incubo». Una notizia che il segretario generale della Uil Ivan Tripodi e il segretario della Feneal Uil Pasquale De Vardo definiscono «per il nostro territorio, agghiacciante». Il dato drammatico sarebbe emerso durante il confronto del 12 novembre tra la Feneal e il responsabile delle relazioni sindacali del Gruppo Toto Costruzioni Spa. «Andranno a casa tutti gli operai – affermano Tripodi e De Vardo – , seppur allo stato viene garantita la retribuzione». E secondo i sindacalisti, c’era da aspettarselo: «Dal mese di settembre erano già scattate le prime avvisaglie relative ad alcune importanti problematiche economiche del Gruppo Toto che causarono complessità nell’approvvigionamento dei materiali da cantiere e difficoltà nel puntuale rispetto della corresponsione degli emolumenti ai lavoratori. Fra l’altro, l’aspetto legato alle problematiche salariali ha prodotto, nei mesi recenti, una vera e propria fuga dal cantiere da parte di moltissimi lavoratori messinesi che hanno preferito rassegnare le proprie dimissioni dall’azienda, abbandonare gli affetti più cari e cercare miglior fortuna lavorativa specie in una serie di importanti cantieri della Campania. Accanto al grave aspetto legato al serio rischio di un’ennesima crisi sociale ed occupazionale su cui desideriamo esprimere le nostre serissime preoccupazioni, è opportuno evidenziare l’emergenza viabilità che investe la città di Messina: ostaggio da troppo tempo di una difficile situazione che incide pesantemente sulla qualità della vita dei messinesi». Ma c’è di più, sempre secondo la Uil: «Il disimpegno sul cantiere del viadotto Ritiro sembra sia un “effetto collaterale” connesso con la recente revoca anticipata della concessione della gestione dell’Autostrada dei Parchi, ovvero l’A24 (166 km da Roma a Teramo) e l’A25 (114 km fino a Pescara), la cui scadenza era prevista nel 2030. Si tratta di un’autostrada gestita dal gruppo Toto che a seguito della rescissione anticipata chiesta dal medesimo Gruppo per l’impossibilità di ottenere i fondi necessari ai lavori di messa in sicurezza è stata già affidata all’Anas. Questa decisione sembrerebbe causare al Gruppo Toto un mancato introito di circa 2,4 miliardi di euro con gravi conseguenze sugli oltre 1.370 lavoratori di tutta la holding. Con queste motivazioni è stato deciso il discutibile stop di tutti gli appalti della Toto presenti nel Paese, a partire dai lavori del cantiere del viadotto Ritiro». E anche da quelli riguardanti il raddoppio ferroviario in Sicilia. La Uil insiste: «La decisione della Toto è preoccupante poiché si ripercuote sulle maestranze e su tutta la collettività. L’agognata fine dei lavori del viadotto Ritiro, una tra le più importanti infrastrutture del nostro territorio, era prevista nel mese di marzo 2023 e tutti pensavamo che finalmente si chiudesse una lunghissima fase caratterizzata da disagi e difficoltà nel la viabilità cittadina. Purtroppo, come in un drammatico gioco dell’oca ritorniamo al punto di partenza e rischiamo di assistere alla realizzazione di una nuova “incompiuta” poiché si è deciso di chiudere il cantiere del viadotto Ritiro per cause terze nonostante il Cas, committente dell’appalto, è in regola con la corresponsione dei Sal. Pertanto, nel lanciare un accorato grido d’allarme e nel chiedere la celere convocazione di un Tavolo di confronto in maniera tale che tutti i soggetti coinvolti direttamente o indirettamente, a partire dai Governi nazionale e regionale, dicano con chiarezza quale azione concreta intendono attuare al fine di consentire l’immediata ripartenza dei lavori e per evitare una tragica macelleria sociale che il nostro territorio non può assolutamente consentire. Da parte nostra non ci fermeremo e andremo fino in fondo poiché siamo pronti a lanciare una mobilitazione straordinaria per dare risposte sia ai 100 lavoratori mandati a casa che ai cittadini giustamente inviperiti per questa bruttissima novità».

La secca smentita della Toto

«Informazioni non rispondenti al vero e mai riferite alle sigle sindacali nei termini esposti». Così si difende l’impresa e passa al contrattacco: «I lavori al viadotto Ritiro, infatti, non si sono fermati e non si fermano, il personale impegnato sul cantiere sta proseguendo, ove possibile, con le lavorazioni per completare l’opera. Si specifica che gli operai impiegati sul progetto sono 47 e non 100, e sono attualmente impegnati su tutti i fronti in cui al momento la Toto ha possibilità di operare. Il resto del personale viene impiegato in servizio in base alle esigenze operative del cantiere. L’azienda, pertanto, non ha mai comunicato il fermo, ma unicamente l’esigenza di programmare e quindi avviare nei prossimi mesi, in base ai programmi di cantiere, procedure di licenziamento collettivo, il tutto secondo quanto previsto dalle norme di legge. Si precisa infatti che, alla data odierna, il progetto ha raggiunto un avanzamento complessivo del 92%». E il Gruppo precisa anche che «non vi è alcun nesso con la situazione sulla A24 e A25» e che «soprattutto non risponde al vero che il Cas sia in regola con i pagamenti. La “Toto” è esposta per circa 10 milioni di euro, somma riferita all’importo delle fatture emesse, quelle da emettere per i lavori eseguiti, alla revisione dei prezzi e al contenzioso definito con decisione del Collegio consultivo tecnico. Tale esposizione è assolutamente rilevante se si considera il valore complessivo del contratto pari a circa 45 milioni, e se si considerano le recenti notizie di stampa che riferiscono di un pignoramento subito dal Cas per una cifra di poco inferiore ai 7 milioni. Il tutto in un momento in cui il Consorzio non sta pagando nemmeno i subappaltatori del cantiere che sono pagati direttamente dalla stazione appaltante, come previsto dalla normativa. Tale circostanza, che si va ad aggiungere ad una congiuntura storica e di settore non favorevole, impatta sul regolare proseguimento delle lavorazioni, ma certamente non impedisce la prosecuzione del progetto». Le difficoltà, dunque, esistono ma la volontà di completare l’opera, stando alle assicurazioni della “Toto Costruzioni”, resterebbe salda.

La controreplica sindacale

In serata, arriva la risposta del sindacato messinese. «Prendiamo atto della clamorosa retromarcia, a nostro avviso solo dialettica, messa in atto in queste ore dalla “Toto Costruzioni” che fa seguito al clamore mediatico della vicenda. Desideriamo evidenziare – affermano Uil e Feneal – che il fermo delle lavorazioni al viadotto Ritiro è stato formalmente comunicato durante una riunione, svoltasi venerdì scorso, alle 17,30 in modalità online, dal dott. Daniele Vitale, direttore “Hr” della Toto Costruzioni Generali, vale a dire uno dei top manager dell’azienda. Pertanto, desideriamo sgombrare il campo da qualsivoglia tentativo di confondere le acque ed avvelenare i pozzi al fine, da parte della Toto Costruzioni, di correre ai ripari riguardo una vicenda che sta indignando profondamente la città e l’opinione pubblica messinese. Appare chiaro che l’impresa sta clamorosamente smentendo se stessa e delegittimando pubblicamente i suoi massimi esponenti aziendali. In tal senso, non solo confermiamo quanto ci è stato comunicato in merito alle difficoltà economiche della Toto causate, sic et simpliciter, dalla revoca della concessione dell’autostrada dei Parchi (A24 e A25), ma, a seguito di una capillare consultazione dei nostri delegati e dei lavoratori impegnati nel viadotto Ritiro, intendiamo ribadire i fatti e comunicare che i responsabili del cantiere messinese, hanno “notificato” agli operai che da lunedì 14 novembre si dovranno fermare a casa, a fronte della garanzia del pagamento dello stipendio. Tutto il resto... sono solamente chiacchiere».

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