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Duplice omicidio di Camaro, no al rito abbreviato per Claudio Costantino

No al giudizio abbreviato, si andrà in corte d'assise con il rito immediato. È questa la decisione adottata dal gup Maria Militello per la richiesta che aveva depositato attraverso i suoi legali nelle scorse settimane il presunto killer del duplice omicidio di Camaro S. Luigi, il 38enne Claudio Costantino. Nella sparatoria del 2 gennaio sono stato uccisi il 31enne Giovanni Portogallo e il 35enne Giuseppe Cannavò.

All'udienza sono intervenuti per la Procura i pm Conte, Falchi e Accolla, la difesa di Costantino, attraverso il prof. Carlo Taormina e l’avvocato Filippo Pagano (presente anche in sostituzione del primo), e le difese delle persone offese, le avvocate Cinzia Panebianco e Angela Martelli.

Il gip in apertura, ha evidenziato di avere fissato l’udienza camerale in quanto tra i capi di imputazione ve ne sono alcuni che sono definibili allo stato degli atti, contrariamente ai capi relativi all’omicidio che, invece, non sono definibili, in considerazione dell'aggravante che viene contestata a Costantino.

L’avv. Pagano, interpellato sul punto, dopo essersi consultato con il codifensore, ha fatto presente che l’imputato ha interesse ad una definizione unitaria del procedimento, dichiarandosi pertanto contrario ad una separazione delle posizioni. Il gip quindi non ha dato seguito alla richiesta di abbreviato confermando il decreto di giudizio immediato.
Rimane quindi confermata l’udienza fissata davanti alla corte d'assise per il prossimo 14 dicembre.

Quello registratosi oggi ‐ affermano gli avvocati Pagano e Taormina - non è altro che un passaggio di natura tecnica. L’articolo 438 comma 1 bis del c.p.p. stabilisce che “non è ammesso il giudizio abbreviato per i delitti puniti con la pena dell'ergastolo”. E poiché la Procura ha contestato delle aggravanti che fanno aumentare il limite di pena edittale, il gip non ha potuto dare corso al giudizio abbreviato.

Si tratta di un ostacolo normativo che, anche con il nuovo Governo, è tornato al centro del dibattito politico. Nessun problema per il nostro assistito – commenta l’avv. Pagano -, si tratta di un motivo ostativo dettato dalla legge. Siamo convinti che in dibattimento l’impianto accusatorio non potrà resistere alle prove già raccolte ed a quelle che si raccoglieranno nel contraddittorio delle parti. Alla fine, risulterà chiara non solo la insussistenza dell’aggravante, ma anche la configurabilità della legittima difesa.

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