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Messina, troppe strade pericolose: dossi, "linguette" spartitraffico divelte e manto rovinato

Ci sono vie di comunicazione che si sono guadagnate il triste appellativo di “strade della morte”. Dalla litoranea nord, tra Paradiso e Ganzirri, alla Statale 114, si leva alto il grido di allarme a causa della pericolosità di alcuni tratti. Proprio nella zona sud, su quel rettilineo di Galati in cui ha perso la vita il cinquantacinquenne Sandro Galeani, adesso è stato riposto un altro mazzo di fiori. L’ennesimo, in memoria di una vittima innocente. E domani, alle 10.30, nella chiesa Santa Maria del Gesù di Provinciale, sarà dato l’ultimo saluto al motociclista morto durante il terribile schianto tra la sua Suzuki e una Hyundai. Un lutto, quello materializzatosi sulla Statale 113, che pone alla ribalta il problema dei rischi per chi percorre il rettifilo in prossimità della stazione ferroviaria di Galati. La striscia continua, infatti, non evita sorpassi azzardati, inversioni di marcia e immissioni non consentite in viuzze secondarie. Ecco perché servono urgenti correttivi, peraltro sollecitati con forza non solo dagli utenti della strada ma anche dai residenti a chi ha la competenza su questa arteria. Dove, peraltro, si circola a folle velocità. I rimedi? Dalla collocazione di paletti divisori in corrispondenza della linea di mezzeria all’installazione di dossi artificiali chiamati “castellane”, passando per l’intensificazione dei controlli con autovelox.
Analogo copione sul versante opposto, in via Consolare Pompea. Qui, l’amministrazione comunale, dopo la lunga scia di sangue e di tragedie che ha spezzato l’esistenza di giovani utenti della strada, ha provveduto alla sistemazione di “linguette” spartitraffico. Che oggi, nella porzione compresa tra la rotatoria di viale Annunziata e la chiesa di Grotte – cioè negli spazi in cui la carreggiata è più ampia –, sono quasi sparite, con il pericolo concreto di scontri frontali tra veicoli, specialmente nei fine settimana e nei mesi estivi, quando la circolazione veicolare a queste latitudini diventa piuttosto sostenuta. E resta ancora insoluto, in alcuni tratti della Circonvallazione, il nodo dei rigonfiamenti sull’asfalto determinati dalle grosse radici delle alberature poste ai margini. Palazzo Zanca ha lanciato un mega appalto, in vari lotti, relativo all’eliminazione e messa in sicurezza. Soluzione individuata: la posa di un materiale poroso nella zona vicina al colletto dell’albero, così che l’acqua piovana penetrerà e questo eviterà che le radici, soffocate dall’asfalto, cerchino sfogo verso l’alto. Eppure, in molti punti del viale Italia, viale Principe Umberto e viale Regina Margherita alcuni dossi fanno ancora paura (insieme al manto ridotto ai minimi termini). Soprattutto ai motociclisti.

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