Messina

Lunedì 25 Novembre 2024

Omicidio Canfora a Letojanni, fermato un 18enne: "Non l'ho ucciso io"

 
 
 
 
 

Comincia a delinearsi più chiaramente lo scenario del delitto che ha sconvolto ieri mattina Letojanni, in una caldissima mattina d'agosto. La Procura ha fermato con l'ipotesi d'accusa di omicidio volontario un diciottenne, B.F., nato a Taormina da genitori tunisini. Il provvedimento di fermo, che adesso dovrà essere convalidato dal gip, è stato firmato a notte fonda dal pm Alessandro Liprino, dopo una lunga giornata di interrogatori e perquisizioni. Il magistrato sta coordinando le indagini dei carabinieri, che avevano già rintracciato il ragazzo ieri mattina subito dopo il ritrovamento del cadavere. Sul 18enne gravano allo stato forti sospetti per l'uccisione del netturbino 56enne Massimo Canfora, trovato morto nella sua abitazione di via Nenzi, a quanto pare svestito, in camera da letto, in una pozza di sangue. Nella ricostruzione degli inquirenti il ragazzo lo avrebbe colpito con diverse coltellate al corpo, al culmine di una lite, forse epilogo tragico di un incontro a scopo sessuale o forse di un tentativo di rapina. Di sicuro Canfora ha aperto volontariamente la porta di casa al suo assassino. Il coltello è stato trovato ancora sul letto e pare che sugli indumenti del 18enne siano state poi repertate tracce di sangue dai carabinieri del Ris. La  visione delle telecamere di videosorveglianza, ubicate presso alcune strutture ricettive lungo la via di fuga percorsa dal giovane, ha permesso di stabilire la compatibilità degli abiti rinvenuti presso la sua abitazione con quelli da lui indossati nel momento in cui è stato ripreso dalle telecamere, sebbene il giovane appena giunto a casa si fosse cambiato d’indumenti, verosimilmente al fine di eludere le indagini. Il sopralluogo effettuato dagli uomini del R.I.S. dei Carabinieri di Messina ha permesso di repertare diverse tracce ematiche all’interno dell’abitazione della vittima e di rinvenire a fianco al cadavere l’arma del delitto, ovvero un coltello da cucina con una lama di circa 10 cm, ancora intriso di sangue. Tuttavia, il giovane non avrebbe confessato di aver commesso il delitto nel corso di un lungo faccia a faccia con il magistrato. Sul piatto dell'accusa ci sono - come detto - anche una testimonianza diretta e i video. Le indagini intanto proseguono su più fronti anche per capire se ci siano altri complici che hanno aiutato il 18enne fermato. L'attenzione degli investigatori sarebbe caduta su altri amici del ragazzo fermato.

L'avvocato del 18enne: "La verità emergerà"

“Il mio assistito si è dichiarato estraneo ai fatti e ha detto di non conoscere l’uomo che è stato trovato morto nel suo appartamento a Letojanni escludendo anche qualsiasi rapporto di qualsiasi tipo anche sessuale con la vittima”. A dirlo all’Ansa l’avvocato Giuseppe Marino che difende B.F. il ragazzo di 18 anni fermato dai carabinieri con l’accusa di aver accoltellato Massimo Canfora, 56 anni, nella sua casa di Letojanni. “Il giovane – prosegue l’avvocato – è un bravo ragazzo, lavora come cameriere in un locale a Letojanni e prima lavorava in un altro ristorante a Taormina sempre come cameriere. E’ un lavoratore onesto e non ha mai fatto male a nessuno e non ha precedenti. Si trovava in quel palazzo perché è andato a trovare un altro ragazzo tunisino suo amico. E’ stato individuato come colpevole perché è scappato spaventato. Ha riferito che sarebbe stata un’altra persona a colpire Canfora: lui ha sentito qualcosa ed è entrato nella stanza avrebbe visto il sangue e si sarebbe appoggiato incautamente su alcuni oggetti macchiandosi così i vestiti. Poi sarebbe fuggito in preda al panico”. “Siamo certi – conclude l’avvocato – che la verità emergerà”.

leggi l'articolo completo