Messina

Sabato 27 Aprile 2024

L'omicidio di Letojanni, Canfora conosceva l'assassino. Indagini sul movente, siamo alla svolta?

 
 
 
 
 

Ieri mattina il paese si è svegliato con lo choc di una notizia che nessuno si sarebbe aspettato di sentire. In pieno agosto il borgo si riempie di turisti, e anche loro, vedendo lo schieramento di forze dell’ordine, si fermavano a chiedere informazioni, restando attoniti nel sapere dell’omicidio. Ma la loro sorpresa non si può certo paragonare a quella degli abitanti, che hanno reagito dapprima con incredulità e poi con sgomento. Tutti conoscevano Massimo Canfora. Adesso lavorava con la Loveral, ma anche in passato, con le altre ditte, aveva svolto con diligenza il lavoro di operatore ecologico. Non si era mai sposato, non aveva figli e viveva con uno dei fratelli. Anche il resto della famiglia gli stava vicino: non solo la sorella e l’altro fratello (attualmente fuori per lavoro), ma anche gli zii e i cugini gli erano molto affezionati, e ieri sono rimasti tutto il giorno in strada in attesa di notizie. In molti gli volevano bene. Era un persona semplice, aveva un carattere mite e non si tirava indietro se poteva aiutare il prossimo. Per questo risulta difficile pensare che qualcuno potesse avercela con lui al punto da ucciderlo. Non aveva mai avuto screzi con nessuno: lo hanno testimoniato anche i colleghi che ieri sono accorsi in via Nenzi appena appresa la notizia. Ieri doveva essere una giornata importante per lui. Dopo essersi sottoposto a due interventi agli arti inferiori, aveva prenotato una visita, in programma per la mattina. Sperava che il medico lo autorizzasse ad andare al mare. Gli piacevano gli animali: sul balcone si vedono alcune gabbie con degli uccellini. Aveva sempre vissuto nel quartiere Baglio, i cui abitanti ieri hanno fatto sentire la loro vicinanza alla famiglia.

Le indagini

A causare la morte sarebbero stati diversi fendenti: si è andati alla ricerca dell’arma, che sembrerebbe essere un coltello. Intanto l’attenzione degli investigatori si è puntata su alcuni soggetti, uno dei quali vive al piano di sotto. Sono stati portati in caserma, per essere sentiti: vi sono rimasti a lungo, per cercare di chiarire la loro posizione. Non è facile ipotizzare un movente: Canfora era benvoluto da tutti e non aveva mai avuto screzi con nessuno, né sul lavoro né nella vita privata. Non si esclude che qualcuno abbia tentato di derubarlo. Sembra che lui stesso abbia aperto la porta all’assassino, probabilmente perché lo conosceva. Gli inquirenti hanno imboccato una pista. Sotto torchio un giovane di 18 anni.

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