Il 2020 sarebbe stato scandito dalla sua laurea. E invece i sogni di Lorena Quaranta sono apparentemente finiti quel tragico giorno del 31 marzo, a Furci Siculo, per mano di chi a parole diceva di amarla. Quando l'Italia era paralizzata dalla fase pandemica. Lorena voleva diventare medico e ci ha provato più volte tentando l'ammissione e non lasciandosi scoraggiare da nulla. Ed è anche per questo che appare una bella notizia il via libera dell'Ars al finanziamento per l'istituzione della borsa di studio “Lorena Quaranta" che arriva a meno di un mese dalla sentenza della corte d'Assise che ha inflitto l'ergastolo al fidanzato calabrese l'infermiere reo - confesso Antonio De Pace.
Il beneficio di 5 mila euro sarà destinato agli studenti più brillanti del corso di laurea in Medicina dell’università di Messina. Ateneo, lo ricordiamo, che ha concesso la laurea honoris causa alla sfortunata ragazza favarese che con la sua disarmante umanità, sottolineata da tutti, avrebbe sicuramente rappresentato un faro per la medicina.
L'iniziativa è stata salutata con favore dal deputato del movimento cinque Stelle All'Ars, Giovanni Di Caro, che ha sottolineato come questo gesto simbolico rappresenti un ottimo segnale nei confronti di un problema, che sta assumendo dimensioni preoccupanti e nello stesso tempo un doveroso omaggio alla memoria di una promettente studentessa.
A perorare la causa la deputata di "Diventerà Bellissima", Giusi Savarino: «Una sedia vuota per chi non c'è più – ha detto la Savarino – e anche lì, nell’aula in cui seguiva le lezioni che l’avrebbero condotta al traguardo della laurea in medicina la sedia di Lorena è vuota. Proviamo a riempire il vuoto incolmabile che la sua morte ha portato con sé dedicandole un pensiero: l’istituzione di una borsa di studio in sua memoria. È stato infatti approvato in Aula e all’unanimità un emendamento alle variazioni di bilancio di cui sono prima firmataria con l’obiettivo di sostenere la formazione di giovani futuri medici iscritti all’Università di Messina».
Emozionata e soddisfatta anche la sorella minore di Lorena, Danila: «Pur nella sua assenza, – ha detto Danila Quaranta – il posto di Lorena è lì, accanto ai suoi colleghi, lungo quei corridoi e in quelle aule, a vivere la vita e i sogni sul futuro che qualcuno le ha strappato via. Quello che voglio dire è che io e la mia famiglia siamo molto contenti di questa iniziativa. Lorena vive e continuerà a vivere in tutti gli studenti e le studentesse che inseguono con dedizione uno dei loro sogni più grandi. Spero che Lorena sia da esempio per loro e che la sua luce possa illuminare il loro percorso». E noi siamo sicuri che quel camice bianco volato in cielo ispirerà i passi di molti. E anche i sogni.
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