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Messina, a Dinnammare per ammirare la bellezza degli abissi

L’esperienza “catartica” del pellegrinaggio di migliaia di messinesi al Santuario di Dinnammare. Nella notte la salita, all’alba la messa, e la città rinnova il suo atto di fede

La fatica di un cammino che si snoda attraverso strade scoscese, fra soste e ripartenze, trasformandosi in gioia di rinascita alla prima luce dell’alba, giungendo in cima al monte, a 1127 metri d’altezza.
E come scritto sulla pagina del Collegamento nazionale Santuari, «Messina sarà sicuramente piena di bei posti dai quali ammirare i paesaggi che la terra e il mare ci offrono, ma quale posto migliore del monte Dinnammare per ammirare la bellezza degli abissi? Sembra, infatti, che il nome “Dinnammare” derivi dal termine latino “bimaris”, poiché dalla sua vetta è possibile avere la visuale del mar Jonio e del mar Tirreno, ammirare la città di Messina in tutta la sua grandezza e lo Stretto nella sua maestosità».
In cammino con Maria, da Larderia a Dinnammare, i devoti di ogni età hanno rivissuto l’esperienza del pellegrinaggio notturno, portando a spalla il quadro della Vergine col Bambino benedicente sostenuta da due delfini (una copia dell’opera realizzata dall’artista Michele Panebianco), fino al piazzale del santuario, in cima ai monti Peloritani.

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