«Sono molto felice di questo risultato e da grande mi piacerebbe diventare mediatore culturale per aiutare altri ragazzi come me. Ora devo lavorare per aiutare la mia famiglia, ma spero di tornare presto sui libri. E ovviamente continuerò a coltivare la mia passione per il mondo dei cocktail sperando di fare sempre meglio». Quel giorno del 2016 sembra un lontano ricordo. Erano in cento. Dennis era giovane e fragile. E per questo fu sistemato nella stiva insieme a due donne incinte. Quelle presenze gli misero tranquillità, anche se in cuor suo si chiedeva cosa ne sarebbe stato di lui. Oggi invece è fiero e speranzoso perché si è guadagnato, all'Istituto alberghiero "Antonello", con sacrificio e perseveranza, il suo sudato 100, sostenendo un esame brillante in un italiano impeccabile. Dennis Oriabure, originario della Nigeria, ma ormai messinese d'adozione, è protagonista di una storia positiva. Anzi, un altro capitolo della sua storia, perché la Sos Mediterranée, lo ricordiamo, arrivò a salvare lui e i suoi compagni di viaggio. E nel suo cuore c'erano proprio il sogno di studiare e quello di fare sport, seguendo il suo mito, Maro Itoje, rugbista di fama internazionale. E tutto è stato possibile, perché una professoressa speciale, Maria Fatima Trimarchi, ideò grazie alla dirigente dell'epoca, Maria Muscherà, il progetto “Nessuno è straniero a scuola”. E ora, sempre lei, la docente speciale, sorride guardando e ripetendo ad alta voce i risultati brillanti dei suoi pupilli: «Un 100, due 90, un 85, un 80, tre 75 e un 63. Sono felice e orgogliosa – ha detto Maria Fatima – di tutti i risultati dei nove ragazzi. So quanti sacrifici hanno fatto e quante difficoltà hanno dovuto superare. Purtroppo, il ragazzo che ha avuto il massimo dovrà lavorare per mandare soldi a casa e quindi non potrà al momento proseguire gli studi. Anche se spero che possa davvero continuare a dare gambe ai suoi sogni. Tutti sono già al lavoro, hanno preso un paio di giorni di relax soltanto e due di loro hanno un contratto a tempo indeterminato». Un risultato che è anche una carezza al cuore per tutti coloro che hanno supportato questi figli di Messina che la docente attiva nel sociale ha ringraziato: «Alla fine è vero – conclude – che insieme si raggiungono risultati impensabili e queste storie ci fanno capire che la vera integrazione è possibile ottenerla con il supporto di tante mani che lavorano. Anche silenziosamente».