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Messina, l'incidente mortale. Minissale piange Federico: "Quella maledetta curva"

«Giocava sempre a pallone», dice uno dei ragazzi che, saputa la notizia, si sono precipitati per vedere coi propri occhi, per avere conferma di una cosa così incredibile. Ed è lecito pensare che tanti calci a un pallone, Federico Cicero, li avesse dati proprio nel campetto della “sua” Minissale, a pochi passi dalla chiesa evangelica di via Colleoni. Lì dove il suo cuore si è fermato, nel primo pomeriggio di ieri a causa di un incidente stradale. Sempre uno di quel drappello di ragazzi ferma un’auto che sta arrivando. «È Federico! Federico Cicero!», annuncia a chi è alla guida. «Federico?! Ma che mi sta dicendo?!», risponde l’altro. Perché quando un ragazzo di 18 anni lascia questo mondo così presto, così d’improvviso, così brutalmente, nell’estate della vita per antonomasia, quella successiva al diploma tanto agognato, la prima reazione non può che essere l’incredulità. E poi la rabbia, lo sconforto, la disperazione, come quella che ha sopraffatto familiari e amici più cari, accorsi in massa al pronto soccorso del Policlinico.

Ma al pronto soccorso del Policlinico Federico Cicero – che maggiorenne lo era diventato giusto tre mesi fa – ci è arrivato senza più speranze. Quando gli operatori del 118 sono giunti sul posto dell’impatto fatale, alla fine del “curvone” di via Colleoni – «lì si prende sempre tanta, troppa velocità», dice chi la zona la conosce benissimo –, la situazione è già oltre l’irreparabile.
Tantissimi i messaggi sui social: "Non ci sono parole per spiegare il dolore che hai lasciato nei nostri cuori e in quello dei tuoi cari amici ma soprattutto il dolore immenso che porterà per sempre la tua amata famigli". E ancora: "Ti voglio bene fratello, fa buon viaggio" scrive Simone Privitera. In tanti con un commento univoco: "Non si può morire a 18 anni, non è giusto".

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