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Messina, Alessandro Cacciotto guiderà la terza Circoscrizione. Le foto dei consiglieri

La proclamazione ufficiale: nel 2018 si piazzò dopo Cucè, ora si prende la presidenza. Con un obiettivo: «Il Quartiere sia come il Municipio».  A metà dello scorso mandato il passaggio in Fdi, ora al suo fianco quattro consiglieri di Centrodestra. È stata battaglia per il secondo posto: Coglitore (Sicilia Vera) la spunta per 91 voti su Geraci (M5S)

È stata una delle Circoscrizioni della discordia. Quella che ha sancito la rottura tra l’ex presidente, Lino Cucè, e il suo partito, Forza Italia, con tanto di passaggio con Nino Germanà nella “squadra” leghista di Prima l’Italia. Uno dei fronti più caldi nella fase preliminare della campagna elettorale per il Centrodestra, ma a conti fatti anche una delle Circoscrizioni in cui il Centrodestra ha fatto meglio. Conquistando la presidenza con un candidato, il 43enne Alessandro Cacciotto, che quattro anni fa aveva sfidato proprio Cucè con la casacca del Centrosinistra. E che adesso si è preso la sua rivincita, sotto le bandiere meloniane di Fratelli d’Italia.

La corsa alla presidenza

La vera battaglia non è stato per la poltrona più ambita, quella di presidente, ma per la “medaglia d’argento”. Pochi dubbi fin dalle primissime schede scrutinate sulla vittoria di Alessandro Cacciotto, che ha chiuso con 8.160 preferenze, pari al 40,37%, confermando dunque come il “vento” di Centrodestra sia quello più insistente, nella terza Circoscrizione.
Molto più agguerrita la sfida per il secondo posto, che si traduce in uno scranno in Consiglio. Ad avere la meglio, per appena 91 voti, è stato Giuseppe Coglitore, candidato di Sicilia Vera, che ha conquistato 5.615 preferenze (27,78%), contro le 5.524 di Alessandro Geraci, esponente del M5S e candidato del Centrosinistra, che si è fermato dunque al 27,32%.
Più staccato l’outsider dei questa sfida, un veterano come Agatino Bonarrigo, che ha comunque portato a casa 914 voti, pari al 4,52%.

Le idee di Cacciotto

La soddisfazione di Cacciotto ha più facce, più ragioni ed è figlia anche di una campagna elettorale vissuta come la seconda, grande occasione da non poter fallire. «Sono contento – spiega – sia per Fratelli d’Italia, che ha sposato questa mia candidatura, sia per la coalizione, che è stata trasparente e corretta. Ma mi ha fatto piacere anche e sopratutto essere andato oltre le liste, guadagnandomi, dunque, il consenso delle persone a prescindere dallo schieramento. Tanti mi hanno incontrato e mi hanno detto: nemmeno mi avevi chiesto il voto, ma ho scelto te. Queste cose, avendo promesso solo il mio impegno, dopo tanti anni fanno piacere».
Non è stata una genesi “indolore”, quella della candidatura di Cacciotto, con il polverone causato dall’addio del suo predecessore, Lino Cucè. «Non è stato semplice – ammette Cacciotto –, ma credo che quel polverone non abbia inciso. Ci tenevo molto, questo sì. Anche perché noi avevamo tra i candidati meno uscenti del Centrosinistra, che poi alla fine si è piazzato terzo. È stata evidentemente apprezzata la nostra lealtà e trasparenza, mi sono concentrato su quello che bisognava fare e alla fine è stato riconosciuto questo approccio, visto che sono arrivato primo in quasi tutte le sezioni».

Cacciotto, però, non vuol parlare di rivincita personale rispetto a quattro anni fa: «Non cercavo rivincite verso qualcuno o qualcosa, piuttosto sapevo che questa era una seconda opportunità e che se avessi fallito allora sarebbe stato un risultato molto significativo per me. Quindi direi che è stata più una sfida con me stesso. E non mi aspettavo questo risultato». Un risultato, ci tiene a sottolineare il neo presidente, ottenuto «dopo una campagna in cui è prevalso il rispetto assoluto tra i candidati alla presidenza».
Incassato il consenso degli elettori, incassata una vittoria netta (oltre 2.500 voti in più rispetto al secondo, ma con ben tre sfidanti “di peso” in campo), Cacciotto guarda ai prossimi cinque anni di mandato. Con un’idea fissa: «Il Quartiere – spiega –, specie il terzo che ha ben 64 mila abitanti, deve creare le condizioni affinché le persone che ci vivono si considerino residenti in un piccolo Comune, e neanche tanto piccolo. Cittadini non decentrati, dunque, ma soggetti attivi. La Circoscrizione come piccolo Municipio, in cui avere gli stessi servizi che si hanno al Comune, ma anche in cui godere degli stessi eventi, delle stesse occasioni di comunità, delle stesse attenzioni anche dal punto di vista sociale e culturale».

I consiglieri

Un solo consigliere per ogni lista. E un ruolo di opposizione che vede più numerosa la schiera di Sicilia Vera, con ben tre rappresentanti, di quella del Centrosinistra, che dovrà accontentarsi di due esponenti. Nel Consiglio della terza Circoscrizione siederanno due dei quattro contenenti alla presidenza: uno, Giuseppe Coglitore, “di diritto”, come primo dei candidati non eletti; l’altro, Alessandro Geraci, perché più votato nella lista del Movimento 5 Stelle, con 432 voti.

Insieme a lui, per il Centrosinistra, ci sarà Andrea Fria, di Coalizione Civica, con 837 preferenze, il più votato in assoluto. Niente da fare, dunque, per le liste Pd e Franco De Domenico Sindaco, in una sorta di inversione rispetto all’esito del voto per il consiglio comunale (dove a rimanere fuori, invece, sono stati proprio M5S e Coalizione Civica).
Al fianco di Coglitore, invece, ci saranno Giovanni Veneziano (594 voti), della lista Coglitore Presidente, e Alessandro La Rocca (159 preferenze) della lista De Luca per Coglitore.
La maggioranza di Centrodestra, dunque, vede quattro consiglieri a sostegno di Cacciotto: Sebastian Romeo (Fratelli d'Italia), che ha ottenuto 617 preferenze; Mario Barresi (Ora Sicilia), 612 voti; Giusy Micalizzi (Cacciotto Presidente), che di voti ne ha avuti 532; Lillo Arcolaci (Croce Sindaco), 309 preferenze. Rispetto allo scorso mandato, i confermati sono quattro: Barresi, Fria, Geraci e Veneziano. Quest’ultimo, però, militava nel Pd, mentre Cacciotto, eletto consigliere nelle file del Pd, è poi transitato in Fratelli d’Italia.

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