Messina, Iano Ferrara lancia messaggi social per il 'gran ritorno': "Oggi boss ruba galline"
Quando lo catturarono nascosto in un sottoscala ammobiliato e segreto nel suo regno, il villaggio Cep, dove tutto filava liscio a dispetto dello Stato con i suoi buoni uffici, tra strade pulite e cassonetti lindi e lampioni funzionanti, era il 28 marzo del 1994. Lo portarono subito al commissariato “Duomo”, che allora si trovava lungo il corso Cavour proprio di fronte al palazzo verde scuro dei telefoni. E subito si radunarono sotto, in strada, i suoi “paesani”, a gridare cose del tipo “fuori fuori, lasciatelo libero”. Lo dovettero fare uscire in balcone per calmarli e per dire alla popolazione ossequiante di tornarsene a casa. Una vergogna finita su tutti i giornali nazionali. Quel giorno aveva addosso una splendida tuta acetata Lotto di quelle fosforescenti che andavano molto a quei tempi, tra il bianco il celeste e il giallo, che lui accompagnava con dei meravigliosi mocassini marroni e una collana d'oro pesante. Poi passò tra le file ingrossate a dismisura dei collaboratori di giustizia messinesi, raccontando anche cose parecchio pesanti sugli intrecci tra mafia e politica. Sono passati 28 anni da quella mattina, e adesso Iano Ferrara, boss mafioso messinese d'altri tempi, vuole fare rientro nel suo regno di case popolari e baracche a tutti i costi. Ha scontato tutti i suoi anni di carcere che s'è beccato per svariati omicidi e appartenenze mafiose. E per annunciare a tutti il suo ritorno, per il quale - parole sue - mancano pochi mesi, ha addirittura pubblicato un video su youtube di un quarto d'ora e passa dal titolo emblematico, che suona così: “Oggi tutti boss, ma in realtà sono solo ruba galline”. Capello rasato e occhiali da intellettuale, dopo una disquisizione sui pentiti, che andrebbero secondo lui chiamati collaboratori di giustizia perché in realtà non si sono mai pentiti di niente, Ferrara ha lanciato messaggi (se sono "criptati" o meno sta alle forze dell'ordine stabilirlo) a chi ancora è rimasto a “lavorare” sul terreno mafioso messinese, con una frase inequivocabile: “L'epoca dei boss è finita”, per dire probabilmente che tra quelli di adesso non vede nessuno all'altezza e che solo ai suoi tempi si poteva parlare di gruppi e famiglie (“è cambiato il mondo, è cambiata un'epoca”). Ferrara a suo modo nel video fa anche ammenda del passato mafioso (“nei tempi in cui abbiamo sbagliato”, “errori che ognuno di noi abbiamo commesso, e l'abbiamo commesso in piena coscienza”), e poi discetta sulla criminalità minorile che è il principale problema, perché lo “Stato ha sbagliato” non facendo inserire i giovani “in una società diversa”. Poi conclude: “Ho il desiderio di venire a Messina, e vedere intanto il mio Cep”, poi “abbracciare tutte le persone che mi vogliono bene”. Lo Stato è avvisato, Iano Ferrara sta tornando a Messina.