Trentuno anni. Ecco quanto è passato da quando l’Hotel Riviera, uno dei luoghi simbolo della Messina degli anni ‘60, è stato venduto per 30 miliardi di lire dai proprietari all’allora Provincia. Era chiuso già dal 1988, ma il peggio sarebbe accaduto nei tre decenni successivi. Degrado, incendi e abbandono sono andati a braccetto con una serie di compravendite mai andati a buon fine. Poi la svolta. L’Università fa un passo avanti, “brucia” l’Istituto case popolari e un anno fa chiude l’accordo. 3,6 milioni per farne un complesso residenziale per gli studenti UniMe e dare così una risposta a tutti quei giovani fuori sede che non trovano una collocazione all’interno delle strutture messe a disposizione dall’Ateneo. «La sua posizione strategica – dice il Rettore Salvatore Cuzzocrea – rispetto alle sedi anche decentrate dei vari dipartimenti, servita da tram, autobus, imbarcaderi e la stazione a due passi, lo rende sede ideale per una residenza universitaria. E in questi giorni sono partiti i lavori di trasformazione dell’immobile». Si notano i ponteggi esterni, ma dentro è scattata l’opera di cantierizzazione della Ricciardello Costruzioni che si è aggiudicata i lavori per 8,4 mln. In attesa delle autorizzazioni di VVf, Asp, Urbanistica e Genio Civile, e con quella della Sovrintendenza, gli operai possono solo ripulire, smaltire la montagna di rifiuti, dismettere gli impianti. Poi, come ha spiegato il responsabile del procedimento Silvio Lacquaniti, attraverso una conferenza dei servizi potrà essere ultimata la progettazione definitiva. Trenta giorni dopo, sarà pronto l’esecutivo. Dunque in un paio di mesi, partiranno i lavori veri e propri. Finiranno da contratto a febbraio 2024, ma l’obiettivo e anticiparli al natale precedente. Si tratta di una ristrutturazione edile, architettonica e strutturale con miglioramento sismico.
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