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Giovani, imprese, sanità: a Santa Teresa solo così il futuro è salvo

Che attese hanno i cittadini dalla campagna elettorale e cosa vorrebbero dal prossimo sindaco? Partiamo da don Ettore Sentimentale, parroco del santuario della Madonna del Carmelo, patrona della città: «Non intendo entrare nel merito delle liste né tantomeno tirare la volata a qualche compagine - anticipa. Anche la politica ha bisogno di rinnovamento, allorché si osservano sempre più vari tentativi dei partiti, forsennatamente impegnati nell’autoconservazione, a mantenere potere e privilegi. Tante coalizioni, addirittura, si rinchiudono nel proprio interesse particolare. Il rinnovamento deve consistere in una rigenerazione, in un atto di coraggio che intacca la radice stessa della politica. Auguro che ognuno possa scegliere i propri candidati secondo coscienza, non facendosi incantare dal canto ammaliante delle solite sirene: “ricorda quello che ho fatto per te…”, eco di luridi ricatti che bisogna lasciar cadere nel vuoto. Noto con rammarico che tante persone svendono la propria libertà ai ciarlatani, nella misura in cui chiedono ‘”favori” per le cose che spettano loro per giustizia. Davanti ai proclami elettorali, prima di esprimere una preferenza, chiediamoci: per chi concretamente è pensato questo programma? In che modo potrà essere realizzato?». Giuseppe Smiroldo, studente di Economia all’Università di Messina: «Oggi S. Teresa è considerato un paese che può crescere solo dal punto di vista turistico, ma ciò non è così - esordisce - dovremmo pensare molto più in grande e incentivare la creazione e la crescita delle piccole e medie imprese, nella speranza che una di esse cresca al punto da generare una buona dose di posti di lavoro, come è accaduto a Collecchio con la Parmalat. Negli ultimi anni sono stati un’infinità i giovani che hanno lasciato il paese e, dopo la laurea, sarà così anche per me, ma prima di andare via mi piacerebbe vedere che il Comune si occupi di creare degli incubatori di startup, in cui chi ha idee possa cimentarsi con il supporto adeguato degli enti di riferimento. E perché no, anche la creazione di una zona artigianale pubblica in cui far nascere nuove strutture industriali».
Giuseppe Ballone, commerciante del centro cittadino: «Vorrei che si organizzassero iniziative ed eventi che possano rendere la nostra cittadina attrattiva non sono in occasione della singola manifestazione ma anche dopo - evidenzia - così da far girare l’economia tutto l’anno. Questi due anni segnati dalla pandemia sicuramente hanno rivoluzionato tutto e non hanno consentito di mettere in piedi le iniziative prospettate, ma magari per il futuro si potrebbero pensare i grandi eventi al centro del paese per aiutare noi commercianti». Domenico Cannavò, medico rianimatore in pensione, per tanti anni ha vissuto a Milano e da qualche tempo ha deciso di ritirarsi nel suolo paese natìo: «Per prima cosa serve la rete fognaria, sono invaso da blatte e cattivi odori, soprattutto in estate, e soffro disagi enormi fin dentro casa - sottolinea subito - e anche ospitare una persona diventa difficile. È un’infrastruttura che non può continuare a mancare nel 2022. Poi dovremmo cambiare mentalità nel modo di accogliere i turisti, spesso visti come persone da spellare. Inoltre - aggiunge - vorrei una migliore assistenza sanitaria».

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