Il profumo delle rose, la fragranza dei panini e quell’immensa devozione a colei che ha fatto della sua essenza di donna il fulcro di una vocazione alimentata dall’amore e dalla carità. Baciati da un sole estivo, tanti i messinesi anche della provincia e i calabresi che hanno affollato piazza del Popolo e le strade limitrofe al piccolo santuario di via S. Marta, trasformatasi per l’occasione in una chiesa a cielo aperto, per rendere omaggio a Rita da Cascia, la santa delle rose e dei casi impossibili. Un felice ritorno dopo due anni di stop a causa del Covid la processione della statua, donata agli inizi del ‘900 da S. Annibale Maria di Francia al rettore del tempo, collocata su una vara di legno a forma di rosa, disegnata dall’artista Claudio Militti e realizzata dal falegname Giacomo De Salvo con la supervisione del maestro Piero Serboli. A portarla a spalla, al suono della banda “Gaetano Celeste” di Camaro superiore diretta dal maestro Gianluca Sturniolo che ha accompagnato le preghiere in canto dei fedeli, i confrati del SS. Crocifisso e di S. Camillo al ritmo della classica “nnacata”. “Rispondere all’odio col perdono vuol dire essere più forti”: una massima di vita quella di S. Rita, che oggi più che mai risuona forte nel nostro cuore ha detto padre Pati che prima della processione ha benedetto le centinaia di rose, sottolineando la grande devozione di popolo che questa santa continua ad alimentare. Assieme a lui il decano del Capitolo protometropolitano della Cattedrale mons. Gaetano Tripodo. Presenti i volontari del Nucleo diocesano di Protezione Civile e dell’Associazione nazionale dei carabinieri, assieme alla Polizia municipale, per assicurarsi che la manifestazione si svolgesse nel rispetto delle disposizioni previste.