Gli indizi di colpevolezza sono gravi e concordanti. Le prospettazioni difensive non sono valse a scalfire le “certezze” di questa fase cautelare. Il trascorrere del tempo non ha attenuato la gravità sia del fatto, un omicidio, sia dell'appartenenza dei due indagati all'organizzazione mafiosa barcellonese e la loro pericolosità. Sono questi i punti-chiave del lungo e complesso provvedimento depositato ieri mattina dai giudici del Riesame di Messina, che a marzo avevano confermato il carcere per Renzo Messina e Domenico Abbate. I due sono ritenuti dalla Distrettuale antimafia tra gli autori della “lupara bianca” che inghiottì ben 32 anni fa il giovane camionista di Barcellona, Sebastiano Rizzotti, il cui copro non è mai più stato ritrovato. A marzo il collegio presieduto dal giudice Maria Scolaro e composto dai colleghi Maria Vermiglio e Giuseppe Miraglia, aveva rigettato i ricorsi contro l'ordinanza di custodia cautelare a carico dei due presentati dai loro legali, gli avvocati Giuseppe Lo Presti e Giuseppe Cicciari, stabilendo il deposito delle motivazioni entro 45 giorni. Mentre la famiglia come parte offesa è assistita dall'avvocato Fabio Repici. Adesso il provvedimento, che è stato redatto dal giudice Miraglia, è stato depositato. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina