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Pallamano in lutto, muore a 85 anni il prof. messinese Luigi De Joannon

Avrebbe compiuto 85 anni ad agosto il prof. Luigi De Joannon, che è scomparso l’altra notte a distanza di quasi un anno dalla sua cara moglie, la prof. Anna Verzera. Il suo nome è legato indissolubilmente alla storia del movimento della pallamano a Messina, di cui fu il fondatore sin dagli anni 70. Uno sport di squadra che grazie alle sue grandi capacità di manager e allenatore ha vissuto tra gli anni 80 e 90 una vera stagione d'oro tra la prima squadra del Cus Messina e le compagini giovanili, team che primeggiarono in Italia in vari campionati di categoria.

Il prof. De Joannon è arrivato anche ai vertici federali della F.i.g.h. nell’ambito delle nazionali giovanili, visto che per molti anni è stato selezionatore nazionale degli “Azzurrini”. Oltre che tecnico di grande profilo fu storico docente di Educazione fisica prima della scuola media Mazzini e poi del liceo scientifico Archimede, e fu l’istituto superiore, dove insegnò per molti anni elevando il rango delle discipline sportive non più a semplici “ore di libertà”, la vera palestra dove il prof. De Joannon coltivò il suo autentico amore per la pallamano, forgiando decine di giocatori di talento tra tante generazioni di studenti, parecchi dei quali furono selezionati nelle rappresentative nazionali con la sua guida.

E con la sua squadra di pallamano del liceo scientifico Archimede vinse a Roma la medaglia d’oro alla finale nazionale dei Giochi della Gioventù nel 1980, che rimane forse l’unico titolo nazionale iridato conseguito da un liceo cittadino. Il suo tratto sempre gentile e la grande ironia, il suo humor tipicamente anglosassone, lo hanno sempre contraddistinto come uno dei migliori educatori e allenatori italiani di quella generazione, che oltre ai grandi valori dello sport sapeva trasmettere ai suoi ragazzi sempre vere lezioni di vita, dentro e fuori i campi dell’handball. Centinaia le partite che il prof. De Joannon ha vissuto glacialmente dalla panchina con il suo grande acume tattico e l’innata capacità di leggere le situazioni più difficili, con la stessa passione sia che si trattasse dei ragazzi delle giovanili oppure della prima squadra del Cus, che a lungo fu impegnata in quel periodo con eccellenti risultati nei campionati maggiori italiani, tra serie A e B. La città lo dovrebbe ricordare con una intitolazione significativa alla memoria.

 

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