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Messina, la facciata del Duomo in condizioni precarie: dopo i crolli serve un intervento

È stato un miracolo che nessuno sia rimasto ferito venerdì sera, intorno alle 22.30, dal crollo di un grosso pezzo di marmo dalla facciata della Cattedrale. Solo qualche giorno fa, Rtp aveva posto l’attenzione sulla condizione precaria dei fregi e delle statue del portale. La parte che si è staccata dal prospetto principale del Duomo di Messina è piuttosto grande. A precipitare sono stati circa due metri di tarsie marmoree che rivestono la facciata a sinistra e a destra del portale centrale. Si tratta di fascette policromatiche interrotte da bassorilievi. Le decorazioni più antiche risalgono al XVI secolo. I pezzi che si sono staccati in realtà sono più recenti: risalgono al 1929, quando la facciata del Duomo fu sottoposta a lavori di ristrutturazione.
L’altezza dalla quale sono caduti, spiega il comandante dei vigili del fuoco Salvatore Tafaro, è notevole. «Si tratta – spiega – di pezzi ornamentali. I miei uomini, arrivati sul posto, si sono resi conto che c’erano altre parti pericolanti staccate delicatamente e consegnate alla polizia municipale che le ha portate in Curia. L’area è stata messa in sicurezza in attesa del sopralluogo più accurato degli organi competenti: Soprintendenza, Comune».

Anche in questo caso, si può parlare di tragedia sfiorata. Fino a quella mattina, come avviene tutti i giorni intorno alle 12, la piazza era gremita di turisti e cittadini. Proprio sotto quel portale c’erano gruppi di visitatori con la guida che spiegava loro sicuramente come la città sia sempre stata protetta dalla Madonna della Lettera, la cui storia viene raccontata dal complesso movimento del meccanismo del campanile. Anche in questo caso, nessuno è rimasto ferito, nonostante la sera del venerdì la piazza fosse affollata per la movida. Per terra, ieri mattina, soltanto frammenti di cemento e qualche ferro arrugginito. Più volte gli esperti hanno spiegato che gli intonaci esterni della struttura sono tenuti da ferro che, per la vicinanza col mare, si ossida e provoca il distacco delle parti esterne. Così sta accadendo in molte delle statue di angeli e santi che si trovano sul portale maggiore. Quella della terza edicola a destra riproducente S. Paolo, di Giambattista Mazzolo, è del 1524 e risulta mancante di tutta la parte inferiore del volto.
«Il ferro che si nota – spiega lo storico Nino Principato – venne inserito nel 1929 quando si ricostruì la Cattedrale. La tecnica allora era questa. Oggi si usa la resina epossidica e l’acciaio inox che è eterno. Il portale andrebbe tutto revisionato – commenta – le statue dovrebbero essere tutte smontate, liberate dai ferri interni arrugginiti, che andrebbero sostituiti con barre in acciaio inox, e rimontate». Adesso urge un intervento repentino e non è escluso che possa esserci qualche provvedimento immediato per la messa in sicurezza della piazza che è tra le più gettonate della città e che, in questo mese di maggio, accoglierà 100mila croceristi consegnando agli obiettivi di tutto il mondo le sue opere più pregiate – compresa la Cinquecentesca Fontana di Orione –, ingabbiate, transennate e malconce.

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