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Le denunce della messinese Vicari Aversa all'origine dell'inchiesta sui concorsi truccati all'Ateneo di Reggio

"Non ci possiamo far mettere in scacco da una stronz...", "E' tornata alla carica quella grandissima putt...". Frasi inequivocabili pronunciate dai vertici dell'Ateneo di Reggio Calabria, che emergono dalle carte dell'inchiesta "Magnifica", condotta dalla Guardia di finanza su direttive della Procura reggina, che ha portato all’interdizione per 10 mesi del rettore dell’Università "Mediterranea", Santo Marcello Zimbone, e per 12 mesi del prorettore vicario Pasquale Catanoso, ex rettore. Analoghi provvedimenti di interdizione riguardano Ottavio Salvatore Amaro (6 mesi), associato del Dipartimento di architettura; Adolfo Santini (4), direttore dello stesso Dipartimento; Massimiliano Ferrara, direttore del Dipartimento di giurisprudenza, economia e scienze umane (4), Antonino Mazza Laboccetta, associato di quest’ultimo Dipartimento (3), e due funzionari dell’Area tecnico-scientifica, Alessandro Taverriti e Rosario Russo (entrambi due mesi).

L'origine dell'inchiesta: la messinese che scardina il sistema

L'inchiesta, nella quale sono indagate 52 persone, prende origine da un esposto, presentato alla locale Procura della Repubblica negli anni scorsi, da una candidata non risultata vincitrice - la messinese Clara Stella Vicari Aversa, oggi vice presidente dell'Ordine degli architetti di Messina -, nel quale venivano segnalate condotte irregolari perpetrate in occasione dell’espletamento della procedura di valutazione comparativa per un posto di ricercatore universitario. Contro l’esito della selezione, la Vicari Aversa aveva promosso con coraggio alcuni ricorsi presso i competenti organi di giustizia amministrativa andando sempre avanti nonostante, stando alle indagini, avesse più volte subito pressioni per rinunciare all’azione giudiziaria intrapresa ed "aspettare il proprio turno" per avere accesso a future opportunità professionali all’interno dell'Ateneo. «Mi ha prospettato la possibilità - ha raccontato la Vicari Aversa ai militari - nel caso avessi ritirato il ricorso, di verificare se era possibile recuperare la situazione al fine di evitare che fossi tagliata fuori dall’ambiente universitario»; anche se il suo destino da ribelle del sistema universitario era tristemente segnato tanto che una professoressa diceva ad un altro docente della Vicari Aversa: «Lo vuoi capire che Clara Stella non vincerà mai questo concorso per ricercatore, ti vuoi mettere il cuore in pace?».

Così funzionava alla “Mediterranea” di Reggio Calabria. Per il pool coordinato dal procuratore Giovanni Bombardieri il ventaglio di accuse comprende «l’esistenza di un’associazione dedita alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica nella direzione e gestione dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e delle sue articolazioni compartimentali».

Favorire un altro candidato

Alla base di quel concorso la volontà di far vincere un altro candidato, anche lui messinese.  «Questo ragazzo non lo possiamo mandare in mezzo ad una strada» oppure «cazzo il posto è uno... lo vuoi capire che è per lui» - sosteneva il rettore di Reggio Calabria, Santo Marcello Zimbone, con l'attuare pro rettore vicario, Pasquale Catanoso, pronto a sfoderare le sue relazioni privilegiate come rimarca il Gip di Reggio: «Il Rettore rivela che il Catanoso sta provando a conoscere in anticipo le statuizioni del Consiglio di Stato, tanto che afferma che se questa informazione fosse ottenuta (e fosse nel senso dell'annullamento dell'esito concorsuale, con assenza del vincitore), correrebbe il rischio di bandire subito il posto...

Per il giudice «non vi è dubbio come la commissione pur di assicurare la prevalenza del R. abbia dovuto "smorzare", vale a dire sminuire il valore dei titoli prodotti della Vicari, quantitativamente in numero maggiore rispetto a quelli offerti del R.. Una obiettiva valutazione di tali titoli, come emerge dalla viva voce degli indagati, che hanno agito sotto le direttive e il condizionamento dei vertici dell'Ateneo, avrebbe determinato la prevalenza della Vicari. Si deve ricordare che importanti criticità erano state già rilevate dal G.A. in relazione alla valutazione dei titoli, sempre caratterizzata di disparità di trattamento, che aveva in sede di appello evidenziato come anche la prova progettuale elaborata dal Russo presentasse difetti, mancanze di elementi essenziali di tipo strutturale, con incidenza sul piano della interazione funzionale dell'opera».

La tenacia e il coraggio della Vicari

In passato, sulle nostre pagine, avevamo ascoltato più volte Clara Stella, che allora lottava per la verità con i ricorsi alla giustizia amministrativa. E lei era sempre stata chiara: "Vorrei, almeno per mia figlia, che ci sia un giorno nel quale si abbandoni l’ipocrisia tutta italiana e si modifichi la Costituzione: nei pubblici uffici non si accede per concorso ma per chiamata del principe". Messinese, oggi 50 anni, vicepresidente dell'ordine degli Architetti di Messina, una laurea in architettura conseguita a Reggio nel 1995 e alle spalle una significativa esperienza di quasi sei anni nel mondo accademico in Spagna – dove era approdata anche grazie a una borsa di studio della Fondazione Bonino-Pulejo – da dottore europeo di ricerca in progettazione architettonica.

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