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Messina, quella luce di speranza e di pace a illuminare il buio. Le celebrazioni

Un pieno ritorno alla normalità ha caratterizzato la Pasqua dei messinesi, presenti numerosi alle celebrazioni del giorno e della notte - in Cattedrale cosi come nelle altre chiese parrocchiali - desiderosi di vivere, dopo un lungo periodo di restrizioni, la gioia della condivisione anche nella preghiera. “Chiamati ad andare incontro al Signore con la forza dell’amore e la volontà di rialzarci”: così mons. Giuseppe La Speme, che ha presieduto la messa solenne in Duomo, ha esortato i presenti a “lasciarsi illuminare, come il discepolo Giovanni, dalla luce del giorno nuovo”. Una luce di speranza e pace, di attesa e liberazione, capace di rischiarare quel “passaggio” dalla morte alla vita nella quale è racchiuso il mistero della Pasqua. Particolarmente suggestiva l’immagine del Duomo rischiarato dalle candele accese dei presenti, segno vivo di una rinascita quasi “surreale”, rispetto a quella della Cattedrale vuota tre anni fa durante il lockdown.

I riti di accensione del fuoco e del cero pasquale, la benedizione dell’acqua e il rinnovo delle promesse battesimali hanno richiamato il senso liturgico della celebrazione della veglia che i messinesi hanno idealmente condiviso con i fratelli ucraini, attraverso un messaggio di pace e gioia. Anche mons. Giovanni Accolla in collegamento venerdì scorso alla trasmissione Scirocco, aveva sottolineato il senso della Pasqua, festa della gioia e segno vivo di speranza da vivere nel servizio ai fratelli bisognosi; un “gesto edificante” - ha detto - se fatto con il pieno coinvolgimento del cuore, lontano da qualsiasi forma di appagamento personale. Ad animare la solenne celebrazione del giorno in Duomo, le corali La Perosiana e Delle Vittorie, accompagnate e dirette dai maestri don Giovanni Lombardo e Giuseppe Romeo

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