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Messina dà l'ultimo saluto allo storico Riccobono. "L'eredità di Franz non finisce qui"

Un'intera città, e non solo, si stringe attorno al feretro di Franz Riccobono, lo studioso, cultore di storia patria e appassionato difensore dei beni culturali e ambientali dei nostri territori, morto mercoledì scorso dopo aver combattuto per due mesi contro il Covid. Con la presenza del presidente della Regione nello Musumeci, di tante autorità civili, religiose e militari, di moltissimi cittadini comuni, si è confermato quanto il "professore" fosse conosciuto e stimato anche fuori dai confini messinesi. In prima fila la moglie Carmen e la sorella Elide.

A presiedere il rito mons. Mario Di Pietro, parroco di San Giacomo Maggiore e fraterno amico di Riccobono. Presente il Gonfalone della città di Messina con il commissario Leonardo Santoro. Nelle prime file anche i componenti del comitato Vara e i confrati della confraternita del Catalani di cui Riccobono faceva parte.

Proprio Musumeci negli ultimi anni lo aveva voluto come prezioso consigliere e componente del Consiglio regionale dei beni culturali in Sicilia. E al termine della celebrazione lo ha voluto ricordare: “Pensavi come se non dovessi morire mai, agivi come se fosse sempre il tuo ultimo giorno. Addio Franz, almeno oggi non chiedermi un sorriso”.

Profonda commozione nel ricordare, durante la cerimonia funebre, la sua fede mariana, un'intera vita contrassegnata dall'amore per le radici e i valori storico-religiosi della processione della vara, e di tutte le altre manifestazioni autenticamente popolari legate alla festa dell'Assunta e a tutte le altre tradizioni, compresa quella delle barette del venerdì Santo e delle confraternite messinesi. Tanti gesti e segni simbolici, a testimoniare il profondo affetto della gente nei suoi confronti. Ai piedi dell'altare, la grande foto di lui ritratto all'interno della sua bottega antiquaria, il "nido", il luogo fisico dove ha combattuto tante battaglie ideali per la riaffermazione e la valorizzazione della "cultura negletta", accanto la bandiera della Trinacria e il vessillo con su scritto "viva Maria".

L'eredità di Franz, come ha ricordato nei giorni scorsi l'arcivescovo Giovanni Accolla, è preziosa ed è destinata a durare come riferimento anche per le future generazioni di chi continuerà ad amare Messina e la Sicilia.

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