Rula Jebreal a Messina: l’istruzione mi ha resa una donna libera. Messa: la ricerca muove lo sviluppo
“Mio padre e mia madre non sapevano leggere e scrivere. E sono morti prima di vedere le loro figlie realizzate. Una borsa di studio mi ha cambiato la vita. E io oggi grazie all’istruzione sono una donna libera”. Risuonano forte nel silenzio dell’aula magna le parole pronunciate dalla voce limpida di Rula Jebreal, ospite d’onore della cerimonia inaugurale dell’anno accademico dell’Università di Messina. “La pace, la libertà vanno difese, non date per scontati i diritti, la democrazia la libertà. Non si può essere neutrali, ma bisogna scegliere da che parte stare. E io ho deciso che mai la paura avrebbe condizionato la mia vita”. Il rispetto: dei diritti, del "capitale umano", dell'ambiente. E’ questo il valore con cui l'Ateneo peloritano apre l'anno accademico 2021-2022 attraverso una cerimonia che ha avuto il suo filo conduttore nel tema della giustizia sociale contro ogni discriminazione, culminata nel conferimento del dottorato di ricerca ad honorem in Scienze Politiche alla Jebreal, giornalista e scrittrice italoisraeliana di origine palestinese, per il suo impegno contro la violenza di genere. L'anno della ripresa, come ha ribadito in apertura il rettore prof. Salvatore Cuzzocrea, è stato celebrato anche nella significativa scelta della location: il Polo Papardo, appena ristrutturato con un ingente investimento volto a migliorare le infrastrutture didattiche (realizzati 400 laboratori) e i servizi agli studenti. Il ritorno in presenza - a due anni dall’ultima cerimonia che nel febbraio 2020 vide Pupi Avati ospite d'onore di una toccante cerimonia al Teatro Vittorio Emanuele – si è aperto con il monito contro la guerra, pronunciato dal rettore a nome della comunità accademica messinese pronta a contribuire alle iniziative umanitarie accogliendo studenti e docenti in fuga. Una disponibilità alla quale ha plaudito la ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, intervenendo in collegamento da Roma ricordando come “la sfida principale sia dimostrare che la ricerca può essere il punto di riferimento per la crescita della società, e ciò è importante soprattutto al Sud. “L’investimento per il Sud è totale – ha ribadito - e ciò che l’Ateneo di Messina fa è importante per tutti noi. Il mondo dell’Università è in fermento per tutti i fondi che non aveva da anni, e Messina ha tutte le carte in regola nella sfida per gli investimenti”. E una grande sorpresa è stato l’intervento di Patrik Zaki, che invitato in collegamento dal rettore ha ringraziato la comunità accademica messinese e la città di Messina per la vicinanza manifestatagli: “Mi sento parte di questa comunità” ha affermato. Lo stesso sentimento espresso anche da Tamana Karimi, studentessa afghana del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche iscritta al corso di laurea triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, che ha ringraziato l’Ateneo per l’accoglienza e la reale garanzia del diritto allo studio. Articolata la relazione con la quale il rettore Cuzzocrea ha voluto presentare i risultati del primo triennio di mandato (2018-2020) contenuta nella prima pubblicazione realizzata dalla neonata casa editrice d’Ateneo, Messina University Press. Ripercorsi numeri e strategie segnati anche dall’incidenza dell’emergenza legata alla pandemia, che però non ha impedito di seguire le direttrici tracciate: conoscenza, territorio, futuro. Sottolineati gli investimenti e il dialogo istituzionale che ha visto l’Ateneo vicino all’amministrazione della giustizia, alla prefettura, al Comune, all’Autorità portuale. Scelte volte a consolidare il ruolo dell’Ateneo nel suo territorio, che ne deve fare soprattutto una “casa per giovani” in una città che deve essere “universitaria”. Ribadito anche l'impegno nel reclutamento di forze nuove che ha visto l'arrivo di 380 ricercatori e ricercatrici e sottolineate le speranze riposte nei fondi nazionali e comunitari anche al fine di riequilibrare i tanti gap del sud. A presentare le motivazioni del conferimento del dottorato honoris causa in Scienze Politiche alla Jebreal è stato il prorettore agli Affari generali Luigi Chiara, che ne ha tratteggiato l’esperienza umana e professionale nella difesa dei diritti e nella lotta alla violenza di genere. In particolare, il prof. Chiara ha voluto sottolineare l’importanza di un corretto approccio alla parità di genere che non sia inteso come un voler favorire le donne, ma come lo sforzo perché nessuno sia messo a tacere, o in disparte. I diversi momenti della cerimonia sono stati scanditi dai componenti della testata giornalistica di Ateneo UniVersoMe, studentesse e studenti proficuamente impegnati, parallelamente all’attività di studio, anche sul fronte della comunicazione. Di grande rilievo la presenza del Coro di Giostra, piccola realtà di riscatto sociale che vede insieme studenti e studentesse nell’ensemble musicale diretto dal giovane maestro Giuseppe Lo Presti. Alla cerimonia è intervenuta la dott.ssa Clorinda Capria, rappresentante del Personale tecnico-amministrativo, che ha richiamato nel suo intervento il valore dell'istruzione libera, sottolineando l'enorme sforzo profuso dalla macchina amministrativa dell'Ateneo per fare fronte all'emergenza, senza far mancare le necessarie risposte alla vastissima utenza. Ribadito il risultato raggiunto grazie al lavoro agile da consolidare nello smart working anche grazie al bando di reclutamento per 50 posti di telelavoro, sottolineando poi l'impegno nella campagna vaccinale e auspicando le attese progressioni di carriera. Presenti in aula magna i massimi rappresentanti istituzionali fra cui il presidente della Regione Nello Musumeci, la sottosegretaria all'istruzione Barbara Floridia, la prefetta di Messina Cosima di Stani, i rappresentanti della struttura commissariale del Comune e delle università di Catania Palermo Reggio Cosenza Catanzaro e della LUMSA. Presenti inoltre i componenti della comunità accademica e degli organi collegiali.