Un’incursione, una sorta di flash mob che vuole essere anche una richiesta di dar seguito agli impegni, di cogliere l’essenza di un appassionato dibattito cittadino sviluppatosi in queste ultime settimane, grazie all’iniziativa dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto. E il luogo scelto dalla “Banda della Falce” è l’emblema di un affaccio a mare che va, da un lato, salvaguardato e, dall’altro, rigenerato e valorizzato: la cittadella fieristica di viale della Libertà. Elio Conti Nibali, uno dei promotori della mobilitazione che va avanti da anni ormai, si rifa a quanto scritto, sulla Gazzetta del Sud, da un messinese illustre, il prof. Michele Ainis: «...Bisognerà resistere alla tentazione d’aggiungere, lavorando viceversa per sottrazioni, usando la gomma anziché la matita. In quel tratto di costa, infatti, sorgono costruzioni quasi mai di pregio, mentre si contano addirittura tentativi (sciagurati) di ricostruzione. No, basta con le travi di cemento. E fra i progetti premiamo i fogli bianchi, anziché le carte troppo scarabocchiate. Per riscoprire la nostra identità, è necessario liberarla dal superfluo che vi si è incrostato sopra». Un riferimento evidente proprio all’area fieristica che, dopo la demolizione dell’ex teatro, è rimasta sventrata, un cantiere aperto paralizzato e senza prospettive certe, almeno in tempi brevi. Da qui la richiesta di tornare indietro, di non attuare più il progetto di ricostruzione, con un nuova palazzina prevista che rischierebbe di chiudere ancora una volta la vista sul porto e sulla Madonnina dello Stretto. Su questo argomento, hanno sottoscritto un documento, consegnato al presidente dell’Autorità di sistema Mario Mega, le associazioni Italia Nostra-sezione di Messina, Messinaccomuna, Generazione R, Piccola Comunità Nuovi Orizzonti. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina