Tre finanzieri di Milazzo tra gli angeli del tragetto Olympia: "Così li abbiamo salvati dalle fiamme"
C’erano anche tre milazzesi tra gli “angeli” delle Fiamme Gialle che la scorsa settimana hanno tratto in salvo i passeggeri e l’equipaggio del traghetto “Euroferry Olympia” della Grimaldi Lines, in rotta dalla Grecia a Brindisi divorato dalle fiamme. I finanzieri Enzo Pino (luogotenente “Carichi speciali”), Giovanni Testa (brigadiere capo, primo motorista) e Franco Nastasi (direttore unità di macchina) in servizio sul pattugliatore “Monte Sperone”, hanno ancora vivo il ricordo di quella notte infernale nella quale, con grande professionalità e sangue freddo, sono riusciti ad evitare quella che poteva diventare una tragedia di grosse proporzioni. «Questa è stata una esperienza diversa, sicuramente più toccante – afferma Pino – perché quelle persone non avrebbero mai potuto immaginare quanto si è poi verificato sul traghetto. Noi eravamo in marcia verso l’Italia dopo aver effettuato un intervento per il rimorchio a una nostra unità navale rimasta in avaria quando, erano quasi le 4, abbiamo ricevuto la chiamata da una nave in difficoltà che ci chiedeva aiuto perché aveva fumo a bordo. Poi l’allarme è aumentato perché segnalavano un incendio che non riuscivano a domare e da lì la dichiarazione di abbandono del natante. Ci siamo quindi avvicinati rimanendo quasi ad un miglio. Abbiamo calato in mare a due battelli di servizio avvicinandosi con la massima cautela al traghetto per il recupero delle persone. E poi il resto è noto». Su uno dei due gommoni c’era il luogotenente Giovanni Testa. «Ci siamo trovati di fronte un vero e proprio inferno – afferma –-; avvertivamo scoppi e a causa del fumo sul lato sinistro del traghetto non si vedeva nulla. Abbiamo cercato di spostarci a dritta e grazie al faro in dotazione abbiamo prima visto che due zattere erano compromesse e poi siamo riusciti a parlare col comandante. A quel punto è iniziato il recupero di tutti i passeggeri. Ad un certo punto sulla parte più alta della nave abbiamo notato una persona, che poi abbiamo scoperto essere di nazionalità turca, di circa 50 anni, che si voleva gettare in mare. Gli abbiamo urlato di non farlo e utilizzare la “biscaglina” (la scaletta di corda con i pioli di legno) che abbiamo illuminato. Quando è salito sul gommone mi ha abbracciato piangendo a dirotto e non voleva più staccarsi. Un’emozione che ricorderò a lungo». Nella mente di Franco Nastasi invece «il soccorso anche di bambini alcuni piccolissimi». «Oggi sono consapevole che abbiamo fatto una cosa eccellente. Che è stato quasi un miracolo poter far salire sul pattugliatore ben 244 persone». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina