Messina

Venerdì 17 Maggio 2024

Messina, il market della droga a Giostra: chieste 27 condanne, dai due ai 20 anni. TUTTE LE RICHIESTE

Angelo Arrigo
Gaetano Barbera
Girolamo Stracuzzi
Giuseppe Bonanno
Paolo Arrigo
Vincenzo Barbera
Vittorio Stracuzzi
Giosue Orlando
Antonino Arrigo
Gianluca Siavash
Carmelo Prospero

L’accusa chiede 27 condanne nel processo scaturito dall’operazione «Market Place», sul giro di droga in un grande complesso di case popolari nel quartiere di Giostra a Messina. L’inchiesta della Direzione distrettale antimafia di Messina, sfociata in un blitz della Squadra mobile a maggio 2021, ruota su due organizzazioni che si contendevano il controllo della piazza dello spaccio di droga. Al vaglio del gup Fabio Pagana è il troncone relativo a quanti hanno chiesto il rito abbreviato. I pubblici ministeri Francesco Massara e Roberto Conte al termine di un lungo intervento andato avanti per oltre un’ora, hanno chiesto condanne che vanno dai 20 anni fino a 2 anni e 4 mesi di reclusione.

Le richieste dell'accusa

In particolare hanno chiesto per Paolo Arrigo 9 anni e 4 mesi, Gaetano Barbera 10 anni, Vincenzo Barbera 2 anni e 4 mesi, Angelo Arrigo 20 anni, Vittorio Stracuzzi 20 anni, Pasquale Rossano 10 anni e 3 mesi, Stello Rossano 10 anni e 3 mesi, Marco Talamo 7 anni e 8 mesi, Girolamo Stracuzzi 20 anni, Beatrice Rossano 9 anni 10 mesi, Maria Barbera 7 anni, Giuseppe Bonanno 9 anni 10 mesi, Federico Russo 7 anni, Gianluca Siavash 20 anni, Concetta Assenzio 7 anni, Alessia Stracuzzi 9 anni e 4 mesi, Filippo Cannavò 9 anni e 4 mesi, Carlo Pimpo 10 anni e 6 mesi, Antonino Arrigo 20 anni, Ramona Assenzio 9 anni e 4 mesi, Manuela Valente 7 anni, Daniela Monti 9 anni e 4 mesi, Sandro Minutoli 9 anni e 4 mesi, Giosuè Orlando 9 anni e 8 mesi, Eugenio Sebenico 7 anni, Carmelo Prospero 9 anni e 3 mesi e Giuseppa Paratore 2 anni e 4 mesi. Le prossime udienze saranno dedicate agli interventi della difesa. Secondo l’accusa c'erano due organizzazioni capaci di movimentare grosse quantità di sostanze stupefacenti (cocaina, marijuana, hashish e skunk) e di gestire una capillare distribuzione delle droghe, attraverso numerosi pusher, sia in città che in provincia. Le intercettazioni telefoniche ed ambientali e le immagini di telecamere di sorveglianza avevano fatto emergere una vera e propria «centrale dello spaccio» localizzata nel plesso di case popolari di via Seminario Estivo. Alle indagini si sono aggiunte anche le dichiarazioni di collaboratori di giustizia.

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