Una via crucis giuridica quella che si sta concretizzando per l’appalto della nuova sede della Autorità di Sistema e del Teatro all’interno della cittadella fieristica. L’ultima “stazione” quella dell’ennesimo ricorso al Tar di Catania da parte di una delle società che hanno partecipato alla gara o della stessa Authority. La vicenda è molto ingarbugliata. In estrema sintesi, e riavvolgendo il nastro, possiamo dire che la realizzazione dell’opera da quasi 10 milioni di euro di base d’asta, viene assegnata a novembre ‘19 al Consorzio stabile Beico per 7,4 milioni. La seconda classificata, il raggruppamento Jonica 2001, composto dalle aziende Sorbello e Cocer, fa ricorso al Tar contro l’assegnazione e perde. Ma il Cga ribalta tutto e dà ragione alla seconda classificata perchè la prima non avrebbe avuto i requisiti per vincere. Il tutto mentre le opere di demolizione da parte della Beico sono già avviatissime ( e le attuali macerie lo testimoniano). Le ruspe si fermano in attesa dell’assegnazione alla seconda, cioè alla ricorrente Jonica 2001.
A questo punto è l’Autorità di Sistema a contestare i requisiti anche della Jonica 2001, non procedendo alla assegnazione con un decreto dell’ottobre scorso con la esclude dal procedimento. La seconda classificata non ci sta è torna per la terza davanti al giudice amministrativo per ottenere l’aggiudicazione ed è qui l’ultima stazione.
Nei giorni scorsi il Tar di Catania ha respinto il ricorso della Jonica 2001, sostenendo la ragione dell’Autorità di Sistema che non riteneva legittimo affidare l’opera alla seconda classificata. E ora? Con ogni probabilità ci sarà anche il quarto round davanti al Consiglio di giustizia amministrativa, ma nel frattempo l’ente di via Vittorio Emanuele ha avviato le procedure per verificare la disponibilità della terza classificata che finora era rimasta ai margini della vicenda giudiziaria. Si tratta del raggruppamento temporaneo di imprese: Sitec Srl, Mediappalti, Gangi Impianti, ing. Salvatore Cariuso, Caligiore Costruzioni.
« Ci sarà un appello ma noi – anticipa Mario Mega presidente della Authority – avvieremo la procedura di verifica dell'offerta della terza classificata e soprattutto cercheremo di capire se la ditta confermerà la validità del prezzo a suo tempo offerto». Si tratta infatti di valori di tre anni e mezzo fa (la gara risale al dicembre del 2018) e che quindi potrebbero essere stati abbondantemente superati dall’aggiornamento dei costi maturati dopo l’esplosione del Covid e il recente rincaro energetico e delle materie prime. Lo scenario, quindi, potrebbe portare, in ipotesi addirittura al nulla di fatto (se la terza classificata non accettasse e il Cga confermasse l’esito del recente ricorso al Tar).
Un esito che aprirebbe nuove soluzioni anche in ottica waterfront. Infatti, il processo decisionale condiviso che si sta consumando in questi giorni, sta definendo i suggerimenti progettuali per il tratto da Boccetta all’Annunziata. Ma questo appalto ben avviato era un elemento imprescindibile e condizionante dello scenario. Adesso, con la sentenza del Tar, è più probabile che quello della Fiera possa diventare un foglio bianco da consegnare ai desideri della città, alla fantasia degli architetti.
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