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Messina, il viadotto Tarantonio perde pezzi. I residenti si sentono in pericolo

Altro sopralluogo del Comitato “Sicilia Emergenza Infrastrutture”, che ha segnalato la caduta di pezzi di cemento da 60cm e dal peso di 1,5kg

Continua il grido di rabbia e di dolore, giunto via social da alcuni operatori commerciali e abitanti, che vivono e operano ai lati dei viadotti "Tarantonio", sulla A20, prima della barriera di Villafranca lato Messina.

A segnalare la caduta di pezzi di cemento da 60cm e dal peso di 1,5kg il Comitato “Sicilia Emergenza Infrastrutture”, il quale a distanza di 11 mesi ha effettuato il secondo sopralluogo e ha constatato il peggioramento delle strutture, l'estrema pericolosità e il dramma.

Una situazione di pericolo raccontata dagli operatori commerciali e abitanti che usano la strada torrentizia: “Siamo cresciuti sotto i viadotti che negli ultimi anni sono diventati un pericolo, per la nostra comunità e per gli utenti che vi transitano. Era il 2015 quando cominciarono i problemi, nel 2017 la caduta di calcinacci si è fatta più frequente, allora siamo riusciti a catturare l'attenzione di un quotidiano nazionale, che ha realizzato un servizio. Dopo la caduta del ponte "Morandi" a Genova, è intervenuta una ditta che ha fatto dei lavori di ripristino solo nella parte bassa di due piloni e poi sono andati via, il piccolo ripristino è ancora visibile. Abbiamo assistito solo al continuo deterioramento strutturale e alla caduta di calcinacci - continuano - e, infatti, quando passiamo sotto lo facciamo di corsa con il casco e in protezione, non abbiamo alternative. Lo scorso anno abbiamo assistito alla caduta di un pezzo di cemento grande come un materasso, il "meteorite" si è conficcato sopra un capanno abbandonato".

Ma gli incidenti sono stati anche più gravi: "Negli anni abbiamo visto e sentito di tutto, come volare un camion. Siamo andati a soccorrere l'autista ma era già deceduto, poi la caduta di un altro camion, un'auto di turisti svizzeri è rimasta in bilico e sono stati salvati per miracolo. Durante e dopo le piogge è un continuo rumore di gomme in frenata e tamponamenti, con strazianti grida, che si sentono in tutta la vallata soprattutto di notte. L'ultimo incidente ha visto coinvolto un giovane militare, che si era fermato a soccorrere dei feriti. L'abbandono è evidente e ci auguriamo non si verifichi un altro Ponte "Morandi", perché da sotto sembra tutto marcio. Lo scorso anno le telecamere di “Mi Manda Rai3”, hanno fatto un bel servizio e portato alla ribalta nazionale il degrado della tratta a pagamento chiamata autostrada. Pretendiamo che tutti facciano la loro parte - concludono commercianti e residenti - a cominciare dal Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. Abbiamo bisogno di investimenti e l'intervento dell'Anas. Noi siciliani ci sentiamo isolati, penalizzati e per favore non chiamatele autostrade”.

La replica del Cas: intervenuti sempre tempestivamente

"Autostrade Siciliane rivolge estrema attenzione al tema della sicurezza infrastrutturale in genere e in particolare a quello legato a ponti, viadotti e cavalcavia. Tutte le nostre strutture, come ormai ampiamente noto, sono già da tempo interessate da interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e di messa in sicurezza. Gli interventi, per altro sempre in corso, scaturiscono a seguito della massiccia indagine avviata da circa tre anni e alla quale hanno partecipato anche gli ispettori del Ministero delle Infrastrutture. Autostrade Siciliane, pur non entrando nel merito delle dichiarazioni sommarie, contraddittorie e allarmistiche diramate oggi alla stampa da un non ben identificato comitato, fa sapere di essere sempre intervenuta in modo celere e deciso a seguito di ogni segnalazioni ricevuta dagli organi di competenza, come testimoniato dagli atti ufficiali e correttamente riportato dalla cronache".

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