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Colli e torrenti, sfregi contro natura a Messina

Dopo l’eliminazione dei cassonetti in città, sono diverse le discariche create in luoghi periferici ma da tutelare in ogni modo

Uno scempio. Non c’è altro modo per poter definire quelle cataste di ogni tipo di rifiuto che da tempo fa “brutta” mostra di sé sulla statale che conduce sui Colli cittadini dalla via Palermo.
Una lotta improba quella di chi è chiamato a fare da guardiano delle nostre aree pubbliche. Chi vuole sporcare, lassù, fra tutte quelle strade per lo più isolate, in mezzo al verde, ha spesso buon gioco, e approfitta di questo per proseguire il suo disegno criminale. La più grande delle discariche la si incontra a poche centinaia di metri dall’Irccs Neurolesi. Poco prima di un tornante, oltre il guard rail, sul lato esterno, c’è un bazar di immondizia di ogni genere. Accatastati anche con un certo ordine, ci sono pezzi di mobilio, elettrodomestici, divani, mensole, materiale plastico. Una distesa di almeno una trentina di metri più alta dello stesso guard rail che tende a scivolare verso valle dove poi sarebbe difficile recuperare questa montagna di rifiuti. Un centinaio di metri più su, prima del successivo tornante, un altra discarica, più piccola, di scarti di ogni genere, lasciati lì come si potrebbe spegnere una sigaretta nel posacenere. Già, perché chissà se chi ha fatto tutto questo avesse la consapevolezza esatta di quale serie di reati stesse facendo. Chissà se ha mai rifatto quella strada in macchina, magari con la sua famiglia, e se ha provato almeno vergogna. Difficile, perché anche per quella ci vuole sensibilità e se sta contaminando un posto come quello è difficile che sia a bordo con te.

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