Messina, inaugurato il cartello turistico "Gravidelle": era il nome originario di Gravitelli
È stato inaugurato e benedetto questa mattina il cartello turistico - territoriale indicante il toponimo originale del rione delle “Gravidelle” in via Pietro Castelli, legato al culto dell’omonima icona della mariana che diede il nome all’intera contrada, com’è testimoniato nel 1644 dal gesuita Placido Samperi nell’opera “Iconologia Della Gloriosa Vergine Madre Di Dio Maria Protettrice Di Messina”. A 13 anni dalla prima proposta che il parroco della comunità S. Maria delle Grazie, mons. Giovanni Impoco, aveva fatto, l’amministrazione comunale in sinergia con la Quarta circoscrizione ha voluto portare a compimento l’azione di recupero dell’antica denominazione che, come ha detto il sindaco, “evidenzia il bisogno di rigenerazione della comunità e l’importanza di cooperare per il bene in maniera propositiva”. De Luca ha sottolineato l’opera di riqualificazione sociale e culturale del rione, un sogno del compianto padre Nino Trovato, che nel tempo si è concretizzato e che trova nella Cittadella dei diritti che sorgerà all’interno della Città del Ragazzo, il suo pieno compimento. "Il toponimo originale ha subito nel tempo la modifica in “Gravitelli” deformando foneticamente il suono della parola nella sua pronuncia dialettale", ha detto l’assessore alla cultura e toponomastica Enzo Caruso, spiegando che l’installazione, collocata anche in prossimità della parte iniziale di via Pietro Castelli, rientra in un programma di recupero dell’identità messinese attraverso i toponimi degli antichi rioni che consentiranno ai turisti di conoscere nel dettaglio la storia della nostra città. All’inaugurazione, erano presenti anche il parroco della comunità S. Maria della Consolazione, don Giuseppe Maio, e il presidente della Quarta circoscrizione, Alberto De Luca, che ha voluto dedicare l’installazione a tutte le donne che non hanno mai visto nascere i loro figli: “Le forme sinuose della gravidanza sono un segno tangibile di quell’umanità che tutti noi abbiamo bisogno di riscoprire”.