E’ stata la vice sindaca Carlotta Previti a offrire l’olio per la lampada che arde ai piedi di S. Eustochia Smeralda Calafato a nome dei comuni della Città metropolitana, in occasione del 537mo anniversario del Dies Natalis. Anche quest’anno, l’emergenza pandemica ha impedito a tanti fedeli messinesi di raccogliersi ai piedi della santa, compatrona della città di Messina, che attraverso il servizio umile e generoso ai poveri, gli ammalati e gli emarginati, ha saputo essere “luce per chi vive le fatiche della fede, balsamo per chi soffre nel corpo e nello spirito e speranza per i poveri”. E’ stata una celebrazione semplice quella presieduta dall’arcivescovo Giovanni Accolla, che al di là della forte devozione che caratterizza il legame dei messinesi alla clarissa figlia di S. Chiara, ha voluto richiamare il valore della santità - “linfa del mondo” - come “capacità di vivere la vita offrendosi a Dio nella carità quotidiana”. Ai fedeli presenti il presule ha chiesto l’impegno a essere operatori di carità, “capaci “di ardere per far luce nella vita dei fratelli come l’olio che alimenta la lampada della Santa. Alla messa - concelebrata fra gli altri dal cappellano di Montevergine mons. Pietro Aliquò - hanno partecipato le clarisse con l’abbadessa suor Mattia Pavone che ha voluto manifestare la vicinanza della comunità ai cittadini: “Viviamo un momento di grande difficoltà e solitudine a causa del protrarsi della pandemia; noi clarisse ci raduniamo ogni mattina ai piedi di Eustochia per affidarle Messina, l’Italia e il mondo intero in questo difficile passaggio della storia, affinchè diventi opportunità per riorientare il cammino dell’umanità verso il vero bene, abbandonato per la ricerca ossessiva di un benessere egoistico e prepotente”, ha detto la religiosa esortando tutti a unirsi in preghiera per quanti sono nella prova, lasciandosi infiammare il cuore dello stesso amore che ardeva nell’anima di S. Eustochia, santa messinese e figlia della chiesa universale”.