Assolto perché il fatto non sussiste. È stata questa la sentenza per il sindaco di Messina, Cateno De Luca al processo di primo grado Caf-Fenapi davanti al giudice monocratico Simona Monforte, ovvero la presunta maxi evasione fiscale da un milione e 750 mila euro scoperta dalla Guardia di Finanza dopo un’indagine sul patronato nazionale. Il pm Francesco Massara aveva chiesto per lui la condanna a 3 anni, poiché lo riteneva come vero e proprio "dominus" del Caf-Fenapi. Oltre all'ex deputato regionale Cateno De Luca e al suo collaboratore Carmelo Satta, ex sindaco di Alì, erano coinvolti nel processo Cristina e Floretana Triolo; l'ex sindaco di S. Teresa di Riva Antonino Bartolotta, Giuseppe Ciatto, Francesco Vito, Carmelina Cassaniti e Fabio Nicita. Tra gli imputati c'è anche la srl Caf Fenapi. Le Triolo sono due collaboratrici di De Luca e lavorano anche alla Fenapi, Ciatto è un commercialista che fa le dichiarazioni fiscali del Caf Fenapi, Nicita è il vicepresidente del cda della Fenapi, Cassaniti legale rappresentante del Caf Fenapi, Bartolotta è uno stretto collaboratore di De Luca e Vito è il responsabile dell'area fiscale del Caf Fenapi. Emozioni subito dopo la lettura della sentenza per il sindaco De Luca, in lacrime: "Alla fine per chi ha la coscienza a posto la giustizia arriva. Io sono stato arrestato, su di me è stata ipotizzata un'associazione a delinquere. Un'indagine iniziata nel 2010, otto fascicoli aperti. Questa è la conclusione del diciottesimo processo. Secondo voi non ho motivi per essere arrabbiato? Dodici anni nel tritacarne, una vita di sacrifici buttata per difendermi e io ho avuto la possibilità di poterlo fare. Ringrazio questo tribunale dove ho trovato giustizia. Sono stato un perseguitato dalla Procura di questo palazzo, ho trovato un giudice ha letto con obiettività i documenti. Anche questa volta non sono riusciti a incastrarmi. Ma hanno attaccato 1.500 famiglie, che hanno rischiato. Sono felice per loro, per la comunità Fenapi. Questa assoluzione è dedicata anche a loro. Vado avanti a testa alta, la giustizia arriva". Il sindaco De Luca prosegue ai nostri microfoni: "E' la fine di un calvario. Sono stati procedimenti strumentali, il gup ci aveva già assolto ma si è avuto il coraggio di andare avanti. Sono stato sottoposto a intercettazioni per mesi. E' una violenza. Ricordo il presidente Musumeci dire che la politica doveva arrivare prima dei pubblici ministeri. Ero l'impresentabile nella lista stilata per i soggetti che non potevano candidarsi perché già delinquenti. Ricordo l'isolamento politico che ho subito. Vediamo se arriveranno le scuse, ma per chiedere bisogna essere uomini. La sentenza di oggi non inciderà sulla mia scelta di dimettermi da sindaco, sono due cose slegate. Voglio ringraziare i messinesi che mi hanno eletto sindaco nonostante qualche mese prima fossi stato arrestato. Secondo le regole del pregiudizio io dovevo stare fuori dal mondo politico dal 2011: utilizzando questa morale io per 10 anni avrei dovuto ritirarmi... Questo è un ulteriore esempio che dovrebbe portare a rivedere la Severino".
Assoluzione De Luca, il comunicato del prof. Carlo Taormina e dell'avvocato Tommaso Micalizzi
Il sindaco Cateno De Luca assolto perché il fatto non sussiste da tutte le accuse di associazione per delinquere, falsi ideologici in atto pubblico e delitti tributari per la gestione del patronato Fenapi di primaria importanza nazionale. Fu arrestato due giorni dopo l’elezione a deputato regionale, annuncia azioni civili, penali e disciplinari nei confronti dei magistrati che hanno determinato lo scempio da cui è stato travolto con danni materiali, morali e politici. Oggi la sentenza del Tribunale di Messina presieduto dalla dottoressa Monforte, sul processo contro il sindaco di Messina, Cateno De Luca, iniziato oltre cinque anni fa e che determinò il suo arresto due giorni dopo essere stato eletto deputato alla Regione Sicilia. Fu accusato di associazione per delinquere, riciclaggio, frode fiscale, fatturazione per operazioni inesistenti e falso in bilancio in relazione alla gestione del Patronato Fenapi, organizzazione primaria nel settore. Oggi è stato assolto da tutto perché il fatto non sussiste. Finisce così il calvario giudiziario di uno dei pochissimi politici onesti del nostro Paese. Un calvario giudiziario che lo ha portato più volte in carcere e che si è tradotto sempre nella esclusione di ogni responsabilità. Inizia ora il calvario giudiziario dei magistrati che si sono resi responsabili della persecuzione giudiziaria perpetrata nei confronti del sindaco De Luca. Oltre alle procedure per riparazione di ingiusta detenzione, sarà esercitata azione per danni materiali e morali nei confronti di quei magistrati e saranno sporte denunzie per abuso di ufficio, falso ideologico in atti pubblici e calunnia contro gli stessi magistrati. Il tutto, insieme alla produzione di un dossier all’Ispettorato del Ministero della Giustizia per l’esercizio delle azioni disciplinari nei confronti di pubblici ministeri e giudici, che in concorso tra loro, si siano resi responsabili di uno scempio che ha pochi precedenti”.